Se Trump boccia la ricerca è solo colpa della politica?
In occasione del meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science - la più estesa organizzazione scientifica al mondo, che raggruppa 262 società affiliate e accademie scientifiche e pubblica la rivista Science -, un vasto numero di scienziati, giornalisti e policy maker si sono riuniti a Boston per capire come la ricerca possa sopravvivere negli Stati Uniti nell'era dell'amministrazione Trump. Le risposte sono state le più variegate, dall'esigenza di migliorare la comunicazione a quella di un acceso attivismo politico da parte degli scienziati stessi.
Ma prendere Trump come bersaglio, oppure biasimare l'ignoranza dei partiti populisti qui in Europa, non servirà a molto. Anziché criticare le posizioni antiscientifiche dei leader politici, gli scienziati farebbero meglio a chiedersi come convincere le decine di milioni di cittadini che questi leader li votano che investire nella ricerca è importante. L'argomentazione finora favorita, ovvero che la ricerca di base genera scoperte inaspettate e importanti, non sembra tenere più. È vero che la penicillina, i laser, i raggi X e l'insulina ricombinante sono tutti esempi di come la ricerca apparentemente senza scopo possa produrre avanzamenti essenziali.
Ma come giustificare, nei confronti del cittadino comune, l'investimento di quasi 5 miliardi di euro per l'Lhc al Cern di Ginevra, o di 1 miliardo per il Flagship project sul grafene della Commissione Europea? O come combattere la sensazione che i 3 miliardi di dollari pubblici spesi per il Progetto Genoma Umano abbiano fatto solo arricchire le case farmaceutiche che generano farmaci costosi?
La realtà è che la scienza deve tornare a essere più vicina alla società e alle sue necessità. Il cittadino comune ha bisogno di risposte immediate ai propri problemi di salute, di benessere quotidiano e, nella maggior parte del mondo, di cibo e farmaci. Oltre che giustamente protestare contro i populismi di turno, gli scienziati dovrebbero anche trovare un giusto equilibrio tra ricerca di nicchia e ricerca che risolva i problemi importanti, e di conseguenza dedicare le risorse disponibili in maniera responsabile e condivisa con la società.
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