«Se Trieste non vuole il Magazzino 26 lo diamo ai friulani»
Se i triestini non continuano a usare il Magazzino 26 perdono la loro vita, e l’assessore regionale De Anna, che alla fine ha capito che Trieste è perfino più erotica della sua Pordenone, ne faccia in quel caso un centro regionale della cultura friulana». È la quinta volta da luglio che Vittorio Sgarbi irrompe in Porto vecchio alla «sua» Biennale. Ogni volta lo show si alza di tono ma l’entusiasmo per il luogo recuperato grazie alla rassegna anziché replicarsi lieve trova accenti sempre più vigorosi.
Tra battute, battutacce e barzellette sui comunisti e sulla Chiesa, consueti strali contro le Soprintendenze, la stampa, l’amico De Anna abbracciatissimo al suo arrivo ma pubblicamente straziato per l’iniziale disattenzione all’evento artistico, Sgarbi ha ieri presentato il catalogo della Biennale Fvg (edito da Trart) e soprattutto inaugurato la seconda mostra aggiuntiva dopo quella sui trasporti nella Mitteleuropa, e cioé la rassegna, organizzata a sorpresa e in fretta, sul riscoperto Pordenone Montanari, che moltiplica adesso la sua presenza da una a 22 opere.
Il pittore pordenonese, che vive in reclusione in Piemonte dove è stato scoperto dall’imprenditore anglo-indiano Raja Khara, è diventato un caso anche a Trieste, ma Sgarbi ha duellato vocalmente non solo per il facile gioco del cognome che ricalca la patria dell’assessore regionale alla Cultura, ma anche rivendicando (a fronte del sollecito arrivato proprio da questo giornale) la piena conoscenza del «genio misconosciuto», in origine destinato a esposizione alla Biennale veneziana, «ma l’imprenditore - dice Sgarbi - ha rifiutato di pagare la sponsorizzazione». A Trieste è venuto il sindaco di Valle San Nicolao (il paese del pittore, in provincia di Biella), Raffaele Micheletti, che dopo 12 anni a Hong Kong per conto di una multinazionale svizzera adesso fa il «mayor» e ha introdotto la lingua inglese negli asili e nelle elementari. Incroci, personaggi, notizie, eventi in successione: si arriverà al 27 novembre, anche se la lotta per i quattrini è sempre in campo, nonostante il successo di visitatori (quest’estate perfino 1200 persone in una sola domenica, per un totale, ad agosto, di 20 mila persone).
De Anna, definendo il critico «un’idrolitina, e cioé non comprimibile», ha annunciato una nuova politica della Regione: «Finora quanti “contenitori” abbiamo recuperato? Un numero inverosimile. Ora bisogna guardare di più al contenuto, e coi fondi europei, in vista di Venezia capitale della cultura 2019, dobbiamo investire qui, al Magazzino 26, per creare un contenitore di arte diffusa contemporanea, sperabilmente in collaborazione con Slovenia e Austria».
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