Scuole superiori triestine, nascono due maxi-poli

di Ferdinando Viola
Se non è rivoluzione, poco ci manca. Tanto che Adele Pino, assessore all’Istruzione della Provincia, mette le mani avanti: il piano di dimensionamento della rete scolastica che entrerà in vigore il prossimo anno non piacerà a tutti e le polemiche non mancheranno. «Ma - aggiunge - abbiamo fatto un buon lavoro con numerosi incontri che hanno visto, oltre alla partecipazione dell’Ufficio scolastico regionale, il coinvolgimento di dirigenti scolastici, assessori comunali con delega all’istruzione, organizzazioni sindacali di categoria e confederali, rappresentanti di categoria e ordini professionali».
La nuova organizzazione delle superiori approvata in giunta, la cui delibera è stata inviata alla Regione per il sì, prevede non poche novità. A perdere l’autonomia saranno tre degli attuali 11 istituti superiori cittadini: il Deledda, il Galvani, il Fabiani. Questi ultimi due vengono in pratica smembrati e andranno a far parte dei due nuovi poli scolastici che al contempo nasceranno. La decisione della Provincia è stata “sofferta” anche perché ha dovuto tenere conto di alcuni input: in primo luogo la normativa nazionale che per il mantenimento dell’autonomia scolastica prevede un minimo di 400 alunni per istituto, quelli appunto che oggi alcune scuole non hanno. E poi ci sono stati i tanti suggerimenti arrivati dai rappresentanti del mondo economico-produttivo che hanno evidenziato l’esigenza di strutturare l’istruzione tecnica e professionale per poli e consentire così un migliore utilizzo degli spazi, delle persone e dei materiali. In pratica l’indirizzo è stato chiaro: si doveva andare verso la creazione di istituti con più indirizzi di studio così da offrire un ventaglio di proposte formative coerenti per affinità di indirizzi.
Ma ecco nel dettaglio la nuova mappa scolastica (che non tocca gli istituti di lingua slovena, riorganizzati in passato).
Esistevano già il polo classico-magistrale con gli istituti Dante e Carducci e quello turistico-commerciale in cui sono coinvolte le scuole Da Vinci, Sandrinelli e Carli. Ora di poli se ne aggiungono altri due. Nascerà quello della multimedialità con il liceo artistico Nordio, l’indirizzo di grafica del Max Fabiani e gli audiovisivi del Galvani: questo polo, che si chiamerà Nordio, si attesta nella nuova formazione intorno ai 500 alunni e «coniuga competenze artistiche e professionali utilizzabili in moltissimi campi».
La vera novità però è la creazione di un nuovo Isis (Istituto statale di istruzione superiore) che sarà costituito dagli attuali istituti Volta, Deledda, Max Fabiani (escluso il grafico) e Galvani (odontotecnici e meccanici). Questo polo, che non ha ancora un nome, vede il Volta come sede centrale e il Fabiani, mentre il Deledda troverà adeguata sistemazione nel restaurato edificio di Villa Giulia e raccoglierà circa 1300 studenti. Si diceva del nome: a questo proposito l’assessore Adele Pino vorrebbe lanciare un concorso di idee per trovarne uno che possa ben definire l’attività didattica del nascente mega istituto.
Queste aggregazioni consentono poi, in base al piano, di garantire il mantenimento dell’autonomia dell’istituto Nautico, che utilizzerà come succursale gli spazi resi liberi dal Deledda in via Rismondo. Per il Nautico, così come per altri indirizzi che portano studenti anche da fuori provincia, dalla Slovenia e dalla Croazia, - ad esempio il Tartini -, la Provincia intende garantire un’ospitalità in convitto, non creandone uno nuovo (non ci sono soldi, si sa, soprattutto con i nuovi tagli in arrivo da Roma e Regione) ma collaborando con realtà presenti a Trieste. Contatti in proposito ci sono stati con la Casa dello studente sloveno. La delibera approvata in giunta prevede inoltre l’attivazione dell’indirizzo sportivo al liceo Oberdan e la riapertura di alcuni indirizzi di studio di corsi serali al Nautico.
«Si tratta di avviare un importante cambio di mentalità - sottolinea Adele Pino - che ci porti a pensare che, se da un lato è importante salvaguardare le tradizioni, dall’altro occorre aprirsi a un cambiamento che ci consenta di essere al passo con i tempi. Un rilancio pertanto dell’istruzione tecnica e professionale non più sorella minore dei licei».
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