Scuole superiori, il Galvani accorpato al Nautico

L’istituto da anni è sotto i 400 studenti, la Provincia prevede un nuovo polo tecnico-professionale. Pdl all’attacco, ma l’assessore Pino: non si poteva rinviare
Lasorte Trieste 13/11/14 - Via Campanelle, IPSIA Galvani
Lasorte Trieste 13/11/14 - Via Campanelle, IPSIA Galvani

La creazione di un nuovo polo tecnico-professionale che prevede l'accorpamento tra l'istituto tecnico Nautico e quello professionale Galvani a partire dal prossimo anno scolastico.

È questa la novità più importante contenuta nel piano di dimensionamento approvato ieri dalla giunta provinciale, nell'ambito della proposta di aggiornamento della programmazione delle autonomie scolastiche. «La decisione non era più rinviabile a causa del sottodimensionamento pluriennale registrato al Galvani», sottolinea l'assessore provinciale alla programmazione scolastica Adele Pino.

L'istituto professionale Galvani conta un numero di iscritti pari a 233 studenti: una cifra che si pone al di sotto del limite previsto dalla legge per garantire l'autonomia della scuola, fissato a quota 400. Una situazione come si diceva che si è ripetuta consecutivamente negli ultimi tre anni.

La decisione di accorpare le due scuole è stata accolta con preoccupazione dall'opposizione in Provincia. «Chiedo venga fatta chiarezza su quelle che sono le prospettive future del Galvani nell'ottica del nuovo piano per il dimensionamento scolastico» - ha affermato Claudio Grizon, capogruppo Pdl in Consiglio provinciale -. «Esiste il rischio concreto di mettere fine a una storia importante come quella del Galvani che in tempi passati poteva contare anche su una succursale a Muggia: ritengo che la Provincia debba fare il possibile per salvare l'unico istituto professionale rimasto a Trieste».

La storia del Galvani inizia nel 1962, anno di fondazione dell'istituto: tra gli indirizzi di studio ci sono quello tecnico delle industrie elettroniche, elettriche e dei sistemi energetici, chimico e biologico, ottico, odontotecnico e audiovisivo. «La preoccupazione maggiore riguarda la possibile perdita dell'identità e del ruolo dell'istituto in città, in un momento particolare per il mondo del lavoro» - ha aggiunto Paolo Rovis, capogruppo Pdl in Comune -. «In tempi di crisi e disoccupazione, sarebbe fondamentale indirizzare famiglie e studenti verso quei corsi di studio che offrono più sbocchi occupazionali rispetto ad altri».

A stretto giro la precisazione dell'assessore: «L'obiettivo perseguito dall'amministrazione provinciale è quello di creare dei poli tecnico-professionali capaci di stabilizzare e incrementare le iscrizioni degli studenti, contribuendo a contenere il fenomeno della dispersione scolastica» - ha puntualizzato Pino -. «Va precisato che l'accorpamento riguarda soltanto lo staff dirigenziale, la segreteria amministrativa e gli organi collegiali. Al contrario vengono salvaguardati gli indirizzi di studio, l'identità e la specificità degli istituti: una sinergia che dunque va letta in un'ottica di crescita».

La dirigenza del nuovo polo avrà sede all'istituto tecnico Nautico di piazza Hortis. «Che il nostro istituto sia sottodimensionato è un dato di fatto» - sottolinea Tiziana Napolitano, dirigente scolastico del Galvani -. «Detto questo, non possiamo soffermarci sugli errori del passato ma dobbiamo guardare al futuro. L'obiettivo è la riqualificazione della scuola e la creazione di un polo dell'istruzione professionale in città: l'accorpamento tra Galvani e Nautico è un primo passo in questo senso ed è una decisione che ci soddisfa. Adesso sta a noi lavorare per far conoscere di più l'istituto e dimostrare che la nostra è un'istruzione professionale di qualità e di pari dignità rispetto alle altre scuole superiori cittadine».

Con la delibera approvata ieri la Giunta provinciale ha inoltre accolto le proposte dei Comuni di Trieste e Duino Aurisina sugli attuali assetti degli istituti comprensivi dei rispettivi territori. Non è stata invece accolta l'istanza del liceo scientifico Galilei di istituire una sezione sportiva: «Il parere del ministero dell’Istruzione – spiega Pino – ha evidenziato come la richiesta non possa essere autorizzata perché in base agli attuali indirizzi ministeriali comporterebbe un esubero di insegnanti di alcune discipline scolastiche».

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