Scuole, sempre meno fondi «Docenti al lavoro gratis»
I tagli sui tagli. La scuola pubblica italiana quest’anno dovrà fare i conti con un Fondo d’istituto ancor più magro rispetto all’anno scorso.
Già per il 2012-2013 il fondo era stato decurtato a livello nazionale del 33%, da 1.385 milioni di euro a 984. Per l’anno scolastico in corso, con l’accordo siglato lo scorso novembre, si è deciso che le scuole potranno dare avvio alla contrattazione d’istituto facendo affidamento su un Mof, il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, di 521 milioni, quasi la metà rispetto al 2012-2013. Altro denaro, ma non si sa quanto (perché dal Mof si andrà a pescare anche per pagare gli scatti d’anzianità dei docenti) arriverà in estate, ma al momento le contrattazioni che stabiliscono la remunerazione degli insegnanti per gli incarichi extra si giocano su cifre che le Rsu delle scuole non esitano a definire ridicole. Perché con il Mof dimezzato si dovranno coprire le principali voci per il miglioramento dell’offerta formativa delle scuole, cioè tutti gli incarichi aggiuntivi degli insegnanti, dai responsabili di laboratori e progetti ai coordinatori, fino agli accompagnatori per le visite d’istruzione. Non si salva neppure la voce relativa ai corsi di recupero - obbligatori - per le scuole secondarie, che l’anno passato non era stata toccata dai tagli e quest’anno viene invece dimezzata.
Così in alcune scuole le contrattazioni non sono ancora state avviate e, negli istituti dove sono partite, gli insegnanti non nascondono la loro rabbia. Al liceo Carducci-Dante l’assemblea sindacale fa sapere, tramite il professor Davide Zotti, che «ha deciso di rifiutare la proposta di ripartizione di un Fondo di istituto ridotto a metà della metà rispetto all’anno scolastico precedente, che dequalifica la professionalità dei lavoratori della scuola. Si è voluto dare così un segnale per far sapere a tutti che oramai buona parte delle attività scolastiche aggiuntive (viaggi d’istruzione, burocrazia, gestione di laboratori, pulizie, segreteria) vengono svolte a titolo quasi gratuito».
Contrattazione sospesa e poi ripresa anche all’Oberdan, dove, dice la professoressa Alessandra Triadan, «la drastica riduzione del fondo la rende imbarazzante. Molte delle attività da retribuire col fondo sono già partite a inizio anno, prima di conoscere l’entità dei tagli, e i progetti proseguono: gli insegnanti li hanno avviati comunque, pur non sapendo se riceveranno un compenso e di che entità».
I dirigenti scolastici confermano le difficoltà. Spiega Donatella Bigotti del liceo Petrarca: «Il taglio dei fondi assegnati dal ministero è consistente, circa il 40% in meno rispetto all’anno scorso, e del 50% per i corsi di recupero. Per fortuna abbiamo organizzato le attività di recupero in una settimana a “classi aperte”, in orario curricolare: una scelta didattica che, visti i tagli, si rivela strategica. Ci concentreremo sull’essenziale: manterremo le attività che ci caratterizzano, i corsi di preparazione per le certificazioni linguistiche, i gruppi teatrali e il coro del liceo. Ma il taglio non può che incidere sull’ampliamento dell’offerta formativa».
Non va meglio alle elementari e alle medie, dove le contrattazioni «vanno avanti, ma la rabbia degli insegnanti è grande: continuiamo a essere tartassati - racconta Anna Busi, della Cgil scuola di Trieste -. Due anni fa il ministero dava alle scuole per ogni persona in servizio, docente o personale Ata, circa 800 euro. L’anno scorso sono diventati 450, ora 250. Ed è solo un esempio: tutte le voci sono state decurtate. In alcune scuole si è scelto di tagliare del 10%, in modo lineare, tutte le attività, in altre si è deciso di tagliare alcune voci alla radice e mantenere quelle considerate fondamentali per la caratterizzazione della scuola. Molto sta al buon cuore dei docenti, che magari fanno un progetto da 30 ore accettando che ne vengano pagate soltanto 10».
«Alla Bergamas le contrattazioni inizieranno a breve – dice Sergio Cimarosti, preside dell’Istituto stesso -. Le difficoltà sono ovvie e gli insegnanti hanno tutte le ragioni per essere scoraggiati, ma confido in loro: ce la faremo anche quest’anno».
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