Scuole in Fvg, il ritorno in aula il primo febbraio sarà al 50%

Rosolen annuncia la linea per la ripresa delle lezioni in presenza alle superiori. Definito anche il potenziamento dei bus
Alessia Rosolen
Alessia Rosolen

TRIESTE In classe il primo febbraio con il 50% degli studenti delle scuole superiori in presenza. L’annuncio arriva direttamente dall’assessore all’Istruzione Alessia Rosolen che, dopo settimane di attese, spazza via una volta per tutte i dubbi di famiglie e insegnanti.

«Stiamo lavorando per tornare a scuola il primo febbraio - precisa -. Ovviamente a condizione che il quadro sanitario non peggiori. Del resto l’unico argomento che finora ci ha guidato nella scelta di mantenere la didattica a distanza anche a gennaio è stato sempre di carattere sanitario. Abbiamo preferito mettere in sicurezza la scuola, evitando annunci e cambi di rotta. In questo momento l’indice Rt sta riportando il Fvg verso una maggiore sicurezza. Al contempo, tuttavia, in regione ci sono quasi ottocento ospedalizzati Covid: un peso per il sistema sanitario. Questi dati sono alla nostra attenzione, rispetto alla ripresa delle scuole».



Nel Dpcm del 14 gennaio 2021 si legge che le lezioni in presenza possono coinvolgere dal 50% al 75% degli studenti: anche su questo l’assessore ha le idee chiare. «Ni torneremo in classe al 50%, come fatto anche da altre amministrazioni, tra cui l’Emilia Romagna». Proprio il presidente di quell’amministrazione, che presiede anche la Conferenza delle Regioni, «ha sollecitato più volte un’interlocuzione con il governo ai fini di un coordinamento sulla scuola - prosegue Rosolen -. Il governo tuttavia è assente su questo fronte. Bonaccini ha dovuto scrivere addirittura due lettere al ministro Azzolina».

Tornando al Fvg, il Tar come noto ha appena respinto il secondo ricorso per una partenza anticipata, rispetto a quanto disposto dall’ordinanza a firma di Massimiliano Fedriga. Al contempo però il Tribunale amministrativo ha anche definito «non sfornito di principio di prova» il riferimento al disagio psicofisico degli adolescenti. Come commenta questo aspetto Rosolen? «Il problema esiste. Ma ora gli interessi della collettività superano quelli del singolo. Io ascolto quanto mi dicono gli esperti sanitari e mi comporto di conseguenza. Mi fa arrabbiare chi dice che è stato leso il diritto all’istruzione: è forse l’unico diritto costituzionale rimasto intonso durante la pandemia. Che poi ci siano delle difficoltà è evidente. Ma non mi pare siamo stati troppo avventati, se misure simili sono state prese da un Paese come la Germania».

Là scuole e asili saranno chiusi almeno fino al 15 febbraio. Sul fronte dei trasporti infine «tutto è pronto - conclude Rosolen -. Ci eravamo già preparati, nel caso il Tar ci avesse dato torto. I piani per il rientro in classe poi sono pronti dal 4 gennaio. È tutta la settimana che lavoriamo, anche al tavolo con dirigenti e Ufficio scolastico. Oggi (ieri per chi legge, ndr) incontrerò rappresentanti di genitori e gruppi di Priorità alla scuola». —
 

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