«Scuole in degrado, capisco i motivi dei ragazzi»

Daniela Beltrame, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale: "Condivido la richiesta degli studenti di avere tutte le informazioni necessarie sullo stato dei finanziamenti alle scuole e sulla manutenzione delle strutture"
Il liceo artistico Nordio
Il liceo artistico Nordio
TRIESTE
. «L’occupazione delle scuole è un fatto grave, una forma di protesta che non posso condividere. Condivido però la richiesta degli studenti di avere le informazioni necessarie sullo stato dei finanziamenti e sulla manutenzione delle strutture. E capisco le ragioni della protesta quando lamentano un generale degrado degli edifici scolastici, perché è innegabile che a Trieste molti allievi siano costretti a studiare in condizioni precarie». Ieri, quinto giorno di occupazione degli istituti superiori cittadini, a esprimersi sulla mobilitazione studentesca è stata Daniela Beltrame, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale.



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L’IMPEGNO
La rappresentante del ministero dell’Istruzione in Friuli Venezia Giulia, dopo aver incontrato i portavoce degli studenti, ha accolto le loro istanze: «Mi sono impegnata nei loro confronti sulla base di un documento composto da due punti: la situazione edilizia delle superiori, e il trasferimento alle scuole statali dei fondi della Regione destinati agli istituti privati. Mi hanno chiesto di fare da tramite su questi due argomenti con la Regione. Io inoltrerò le richieste e comunicherò le risposte non appena arriveranno sulla mia scrivania». Secondo quanto affermato dal direttore scolastico regionale non sono invece in programma incontri alla presenza dell’assessore regionale all’Istruzione Roberto Molinaro.


LA PRECISAZIONE
«Mi preme sottolineare - afferma ancora Beltrame - che i ragazzi non devono confondere i tagli all’istruzione, messi in atto sin dal 1990 per il decremento del 21% della popolazione scolastica, con la Riforma Gelmini, sulla quale mi sono impegnata a fornire io stessa tutte le informazioni utili. Se alcune ragioni della protesta studentesca sono condivisibili, voglio ricordare ai ragazzi che la loro posizione è illegittima e che condiziona pesantemente il lavoro dei docenti e del personale amministrativo: basti pensare che, essendo le segreterie chiuse, non possono venire conteggiati e versati gli stipendi ai supplenti».


NIENTE SGOMBERI
Cosa intendono fare i dirigenti scolastici? «Nessuno ha intenzione di usare la forza per sgomberare gli edifici occupati - commenta secca Beltrame -. Auspico che siano gli studenti a rendersi conto, attraverso il dialogo e la ragionevolezza, che è già stato superato il limite».


L’OCCUPAZIONE
Risposta simile a quella del coordinatore dei presidi Franco De Marchi, che afferma: «Penso che in alcune scuole gli studenti stiano iniziando a stancarsi. Credo e spero che saranno loro i primi a mollare la presa a stretto giro». Per il momento, dunque, gli studenti rimangono blindati dietro le barricate nelle scuole (tutte occupate, a eccezione del Deledda, in autogestione). I dirigenti monitorano la situazione, ma senza dare l’aut aut (l’eventuale sgombero, come ricordato dagli stessi presidi, rientra infatti nelle facoltà di magistratura e organi di polizia).


I RAGAZZI
«Noi resisteremo finché non avremo la certezza che le nostre istanze vengano accolte - spiega Riccardo Laterza, dell’Unione degli studenti - a partire dai finanziamenti della Regione alle scuole private: chiediamo che quelle risorse vengano date agli istituti pubblici. Quanto all’edilizia, martedì parteciperemo a un incontro in Provincia per presentare una nuova versione del documento firmato nel 2009 sulla sicurezza negli edifici scolastici. Chiediamo che durante i controlli effettuati dai tecnici della Provincia sulle strutture vengano convocati i rappresentanti degli studenti e che l’assessore competente riferisca davanti alla Consulta degli studenti, ogni tre mesi, lo stato dei lavori. Infine chiediamo che, prima del bilancio preventivo, gli studenti vengano ascoltati, per pianificare insieme all’ente gli interventi da mettere in campo. Si tratta di un accordo non vincolante, ma di indirizzo, che se venisse firmato da tutti i soggetti coinvolti rappresenterebbe un grande passo in avanti».


IL NORDIO
Nel frattempo continua la ”visita guidata” alle brutture delle superiori. Ieri è stata la volta dell’istituto e liceo artistico Nordio. «Molte finestre sono attaccate con il silicone - hanno spiegato gli studenti -, ci sono infiltrazioni d’acqua dappertutto, buchi anche di un metro di diametro nei muri, piastrelle vaganti. Le prime classi di quest’anno si sono viste tagliare 10 ore di lezione settimanali. Noi chiediamo che la scuola venga sistemata e che i macchinari subiscano una corretta manutenzione. E vorremmo un’aula autogestita per organizzare attività extra-scolastiche».


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