Scuole chiuse in Fvg, ricorso contro l’ordinanza bis
TRIESTE I genitori non mollano e chiedono al Tar la sospensiva anche della seconda ordinanza regionale che posticipa all’1 febbraio il rientro in classe per gli studenti delle scuole superiori del Friuli Venezia Giulia. Ai dodici genitori che in prima battuta avevano firmato il primo ricorso se ne sono aggiunti altri, tutti convinti che il 50% degli studenti delle superiori, così come prevede il Dpcm dello scorso 14 gennaio, debbano poter seguire le lezioni in presenza. Ma Massimiliano Fedriga non ci sta e chiede la convocazione della Conferenza delle Regioni pretende che «il Cts, dopo aver preso una posizione assolutamente lontana dagli indirizzi politici della ministra Azzolina, scriva nero su bianco che non c’è pericolo di contagio». Una linea sposata dai governatori che, in serata, hanno approvato all’unanimità la richiesta di una convocazione del ministro della Salite Speranza, prevista tra oggi e domani.
Il braccio di ferro insomma prosegue. A sostegno della loro tesi, i genitori evidenziano il disagio e il pericolo per la salute che, a loro avviso, provoca la didattica a distanza, la stessa che costringe i ragazzi a rimanere incollati davanti a un video per ore senza poter socializzare con i propri compagni. «È un danno che esiste da mesi» ripetono i genitori affidando al legale, Filippo Pesce il compito di scrivere anche il nuovo ricorso. L’obiettivo è ottenere la sospensiva dell’ordinanza emessa sabato scorso da Fedriga per riconfermare la proroga della Dad fino a fine mese nelle scuole superiori.
Oltre al disagio che la Dad provoca agli studenti, a motivare il ricorso sono le premesse dell’ordinanza, ovvero il sistema ospedaliero in affanno, l’aumento del contagio nella fascia d’età tra 10 e 20 anni e il passaggio dalla zona gialla in quella arancione. Premesse che non consentono di prevedere in alcun modo la riapertura delle scuole. Il legale ricorda che i genitori non intendono sottovalutare il rischio contagio da Sars-CoV2 e tanto meno andare allo scontro con la Regione. «In questo momento – spiega Pesce – nessun dato ci permette di dire rientriamo a scuola a breve. Il piano vaccinale non ci dà speranze di ripresa, con questi numeri non c’è alternativa: o si dice la scuola resterà chiusa anche quest’anno o si lotta assieme per garantire la ripresa almeno al 50%».
Tecnicamente la nuova ordinanza, contro la quale si stanno battendo i genitori, ha fatto venir meno la materia del contendere. Non a caso le attenzioni si rivolgono nuovamente verso il Tar che dovrà decidere se accogliere il ricorso e sospendere anche la nuova ordinanza. Non è escluso che già domani il Tar possa esprimersi.
Dal canto suo, Fedriga non arretra. «Riunita la Conferenza delle Regioni su mia richiesta, chiederò che il Cts, che ha preso una posizione assolutamente lontana dagli indirizzi politici del ministro dell’Istruzione scriva nero su bianco che non c’è pericolo di contagio per il rientro degli studenti negli istituti superiori, dopo di che io aprirò tutto. È un po’ troppo facile altrimenti – conclude –. Io mi sono preso le mie responsabilità, le ordinanze le ho firmate. Mi sembra che ci sia molta contraddizione nel governo e nel Cts». —
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