Scuola senza presepe, il centrodestra insorge
C’è chi, come il movimento “Gioventù nazionale”, porterà in dono un presepio alla scuola. E chi invece punta l’indice sul preside accusandolo di “negazionismo”. La scelta di evitare qualsiasi riferimento religioso al Natale, imboccata ormai da anni dall’istituto di Melara “Iqbal Masih” e sottoscritta dal dirigente scolastico Andrea Avon, scatena una pioggia di reazioni.
Alle critiche della diocesi si associa innanzitutto Forza Italia. «Paragonare Halloween e Carnevale al Natale come ha fatto quel preside - interviene il consigliere regionale Bruno Marini - è dimostrazione di ignoranza. Chi sostiene una posizione così improbabile dovrebbe porsi serie domande sull’attitudine a ricoprire un incarico di così alta valenza civile ed educativa per i nostri figli». Dà man forte il collega Everest Bertoli, capogruppo in Consiglio comunale: «Mi piacerebbe dire agli “intellettuali” che aboliscono il presepe per non offendere i non cristiani cosa fanno perdere ai bambini. Vorrei far capire che negare ai bambini la magia del “Natale” è profondamente sbagliato. Questa è la deriva di una società sconsacrata». Ancora più duro il candidato sindaco della Lega, Pierpaolo Roberti, che chiede le dimissioni del preside: «Una scelta negazionista volta ad annullare ogni forma di ricordo legato alle nostre origini. Una concezione assurda che riduce il Natale a una delle tante feste consumistiche e che, rinnegando la Storia, consegna ai ragazzi un mondo privo di valori». Sulla stessa linea il deputato del Carroccio, Massimiliano Fedriga: «Indegno togliere i segni del Natale dalle scuole: chi lo fa non è idoneo all'insegnamento».
Il coordinatore regionale di FdI Fabio Scoccimarro si dice «stupefatto» dalle dichiarazioni di Avon «il quale candidamente afferma che pur non allestendo il presepe, non si oppone alle feste di Halloween, Carnevale e Natale, quasi fosse possibile paragonare la tradizione del nostro Natale alle feste ludiche anglosassoni o popolari». Così il coordinatore provinciale Claudio Giacomelli: «Non possiamo transigere su chi vuole nascondere il simbolo della Natività, della nostra storia e della nostra civiltà».
È il segretario della Cgil, Franco Belci, a porsi a difesa del preside: «La risposta del dirigente è equilibrata e condivisibile perchè distingue tra ambiti confessionali previsti dall’ordinamento scolastico (l’ora di religione) e ambiti comuni. Dunque, il presepe non è un obbligo, ma una scelta che il Consiglio di istituto non ha ritenuto di fare. Per la Curia triestina, tale scelta costituisce il presupposto “per una società che non tollera alcuna religione”. Forse, più che i presepi, bisognerebbe riscoprire altri contenuti: accoglienza, solidarietà, attenzione ai profughi. Insomma, meno presepi e più opere di bene». A farsi sentire è poi lo stesso preside Avon: «Non è vero che nella nostra scuola sono stati banditi i canti religiosi - precisa -. Ne sono previsti di tutti i tipo, cattolici e di altre tradizioni».
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