Scuola per cuochi all’ex Galvani di Trieste. Lo Ial tratta l’acquisto col Comune
TRIESTE Chef in via Combi. L’ex sede dell’istituto professionale Galvani in via Combi ha buone possibilità di conservare la vocazione formativa professionale: infatti piace allo Ial Fvg (Innovazione apprendimento lavoro) che ne sta discutendo l’acquisto con il Comune proprietario.
All’ente, vicino alla Cisl, interesserebbe - secondo quanto emerso ieri mattina a margine di un incontro in Municipio - insediarvi una scuola per cuochi, specializzazione che, prima della deflagrazione pandemica, appariva assai promettente per Trieste, alimentata da turismo e crociere.
Il Comune ha inserito l’ex Galvani nell’elenco dei beni alienabili a un prezzo di 3,4 milioni, obiettivamente piuttosto elevato anche se riguarda 2.500 metri quadrati di superficie lorda disposti su cinque livelli. La società di via Pondares sembra propensa a versarne molti meno: vedremo. Comunque l’assessore Lorenzo Giorgi è intenzionato a chiudere tutte le cessioni immobiliari possibili prima che il mandato evapori, tant’è che proprio ieri mattina ha preannunciato la pubblicazione dei primi avvisi di vendita o di concessione per fine febbraio e inizio marzo.
L’ex Galvani, vincolato dalla Soprintendenza dal 2007, possiede un pedigree storico e architettonico ultracentenario di un certo interesse. Innanzitutto venne progettato da un professionista di brillante curriculum come il fiumano Cornelio Budinich (poi Budinis), vissuto tra il 1873 e il 1935, lo stesso che disegnò le scuole di via Manna e di largo Pestalozzi (bombardata dagli alleati nel febbraio 1945), nonchè la chiesa di San Giovanni Bosco in via dell’Istria. Scrisse inoltre un pregevole saggio sul palazzo ducale di Urbino, ideato dal quasi conterraneo Luciano Laurana.
Tornando in via Combi, l’edificio fu inaugurato nel 1914, anch’esso con finalità scolastiche: doveva infatti accogliere i figli dei ferrovieri, che abitavano nei grandi condomini di via Colautti e via de Amicis. Lo stabile non passa inosservato all’attenzione dei viandanti, con la facciata in bugnato e mattoni faccia vista; ad esso contiguo è il ricreatorio dedicato all’autore di “Cuore”, che però non è in vendita.
L’ex Galvani è uno dei pezzi forti del nuovo campionario immobiliare che il Comune mette sul mercato, per cedere o per trovare soluzioni alternative di cui si parlerà più innanzi. Ha ottenuto il sì giuntale, adesso lo attende il vaglio consiliare. Va ricordato che lo stabile di via Combi era stato candidato a palazzo delle associazioni, associazioni per le quali - ha chiarito Giorgi - vengono e verranno destinate sedi ricorrendo al fin troppo vasto patrimonio comunale.
Soluzioni alternative, si diceva: Giorgi, sulla base della delibera, ne ha snocciolate un repertorio che contiene il “rent to buy”, la concessione di valorizzazione, la locazione di lungo periodo, la concessione di costruzione, il conferimento a società/fondi immobiliari costituiti per la gestione delle attività immobiliari. Insomma, non solo vendita, per invogliare l’investitore a scendere in campo senza esporsi troppo in termini di liquidità: primo risultato - ha comunicato l’assessore - sono tre appuntamenti chiesti da altrettanti operatori avendo come tema palazzo Carciotti.
Il piano ha una durata triennale, che va dal 2020 al 2022. Il bene di più alta stima è l’area mercatale di Campo Marzio valutata 24,7 milioni. Tra le “new entry” l’immobile tra via Gatteri e via Giotto, che era stato visionato per albergo e per casa di riposo. Come già anticipato, il capitolo più interessante è l’inserimento dei cinque magazzini “Greensisam”, per i quali - ha puntualizzato il dirigente dell’Immobiliare Luigi Leonardi - si procederà con asta e diritto di prelazione sui due stabili concessi ad Antonio Maneschi, con accordo di programma sui due edifici di presumibile spettanza regionale. —
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