Scuola, dopo il crollo si cerca un’altra sede per la Fonda Savio

Mercoledì pomeriggio le lezioni riprenderanno alla Pittoni L’assessore Grim: «Domani la soluzione per le nove classi»
Di Fabio Dorigo
Silvano Trieste 19/04/2013 Scuola Fonda Savio, caduta di calcinacci
Silvano Trieste 19/04/2013 Scuola Fonda Savio, caduta di calcinacci

La scuola Fonda Savio Manzoni, dopo il crollo dei calcinacci che ha ferito una ragazzina, resta aperta al piano terra solo per le operazione elettorali di 5 sezioni con ingresso in via Pascoli. Altre sei sezioni sono state trasferite nella vicina scuola primaria Pittoni di via Vasari 23. E lì che mercoledì pomeriggio le nove classi della Fonda Savio Manzoni (la Pittoni fa parte dello stesso istituto comprensivo) riprenderanno le lezioni in attesa che venga individuata una sede idonea dove terminare l’anno scolastico. La comunicazione è stata fatta a studenti e famiglie ancora venerdì scorso dopo il crollo da Paola Estori, dirigente della Fonda Savio. L’amministrazione comunale è impegnata a trovare una soluzione per evitare l’interruzione dell’attività scolastica. «È un’emergenza - spiega l’assessore all’Educazione Antonella Grim -. Sto lavorando a stretto contatto con il collega Andrea Dapretto (Lavori pubblici, ndr) per affrontare questa situazione. Ci siamo attivati per trovare una sede idonea dove le nove classi potranno svolgere le lezioni con orario regolare. Lunedì (domani, ndr) prenderemo una decisione definitiva».

L’ipotesi più probabile è quella del trasferimento degli studenti nell’ex scuola Timeus, situata a San Giacomo, e già utilizzata in altre occasioni per emergenze di questo tipo. È la cosiddetta scuola contenitore. E un’ipotesi al vaglio. L’amministrazione comunale si è impegnata a prendere la decisioni domani in modo da poter comunicare agli studenti e alle famiglie mercoledì alla ripresa delle lezioni dopo la pausa elettorale. I tempi di recupero della Fonda Savio Manzoni, attualmente sotto sequestro, si capiranno dopo i sopralluoghi tecnici . C’è infatti da conoscere le cause che hanno determinato il crollo dei calcinacci e i lavori necessari per la messa in sicurezza. «Era noto - spiega Emanuele Deponte, rappresentante dei genitori nel Consiglio d’Istituto - che l’edificio aveva bisogno di alcune manutenzioni, oltre a quelle fatte negli anni scorsi. Nessuno però si aspettava un aggravarsi dello stato dell’intonaco al punto da arrivare a un crollo come questo. Inoltre sull’edificio erano già stati fatti dei controlli in vista della apertura del servizio mensa per le attività integrative pomeridiane». Controlli che non avevano evidenziato alcun problema.

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