Scuola, assunto solo un prof precario su quattro
TRIESTE. Protestano contro i contenuti della riforma, ma contestano anche i numeri delle assunzioni dei precari. Poche, troppo poche rispetto alle esigenze della scuola anche in Friuli Venezia Giulia. La previsione diffusa dal ministero dell’Istruzione è di 638 nuovi posti stabili, «solo un quarto – sostengono i sindacati uniti – della platea con i requisiti per l’assunzione». Ma anche una stima in ribasso rispetto agli 826 posti vacanti nel 2015-16.
La protesta A Udine, nella sede del liceo scientifico Marinelli, Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda Fvg confermano una mobilitazione nazionale e locale. Le categorie confederali, autonome e di base sono pronte a partecipare con le proprie delegazioni alla manifestazione nazionale in programma oggi a Roma, in concomitanza con il voto finale alla Camera sul ddl scuola, contestazione organizzata anche in regione con presidi nelle quattro province. Sotto accusa, rimarcano i segretari regionali Adriano Zonta (Flc-Cgil), Donato Lamorte (Cisl scuola), Ugo Previti (Uil scuola), Giovanni Zanuttini (Snals) e Massimo Vascotto (Gilda), una riforma che «non risolve i problemi della scuola pubblica, a partire da quello degli organici, in forte sofferenza».
L’annuncio del Miur I dati che arrivano dal Miur vengono considerati insoddisfacenti. A livello nazionale come, conseguentemente, locale. Al momento di parla di 60mila posti di lavoro stabilizzati nella scuola italiana, che dovrebbero successivamente salire a 100mila, «ma, senza dimenticare che a essere interessati dalla sentenza Ue sul precariato avrebbero dovuto essere in 150mila, ciò non basterà a colmare le carenze di organico e a tutelare tutti i precari con almeno tre anni di anzianità, così come previsto dalla Corte di Giustizia europea».
I dati Fvg Nel dettaglio del Fvg, premesso che al momento «siamo all’annuncio e nulla più», secondo i sindacati «i 638 posti spettanti alle scuole della nostra regione in base alle tabelle del ministero corrispondono a non più di un quarto della platea di precari con i requisiti per l’assunzione». A essere esclusi, spiegano i segretari, «sono sicuramente i precari delle graduatorie di seconda e terza fascia, doppiamente penalizzati dal decreto, dal momento che, a partire dall’anno scolastico 2016-17, non potranno più essere assunti se la loro anzianità supererà i tre anni».
Ad aggravare la situazione il blocco dei contratti, fermi al 2009, il taglio di ulteriori 50 posti in regione agli organici Ata e l’emergenza dirigenti, con il 30% dei plessi (52 su 172) in reggenza. «Su tutto questo il disegno di legge non interviene», denunciano ancora Zonta, Lamorte, Previti, Zanuttini e Vascotto.
La distribuzione Ad analizzare la tabella regionale, il ministero prevede l’assunzione di 153 persone nella scuola primaria, 144 nella secondaria di secondo grado, 101 nella secondaria di primo grado, 72 nella scuola per l’infanzia. Un totale di 470 posti, cui si aggiungono 168 ruoli di sostegno (74 nella primaria, 41 nel primo grado, 36 nel secondo grado, 17 per l’infanzia). Si arriva a quota 638 che rappresenta, appunto, stando alla voce del sindacato, non più del 25% del riconoscimento dei diritti maturati sul campo.
A preoccupare, concretamente, «sono i vuoti d’organico nelle scuole regionali dopo le ripetute riduzioni degli anni scorsi, oltre al silenzio perdurante sulle assunzioni, pure necessarie, di personale tecnico». Le categorie valutano che nel prossimo anno scolastico tra collaboratori scolastici, tecnici e personale amministrativo si conteranno altre 50 persone in meno».
La filosofia A venire demolita è anche un’impostazione «in base alla quale i privati potranno finanziare la scuola pubblica, mentre lo Stato aumenta i finanziamenti a quella privata» e una filosofia «che concentra troppi poteri in mano ai dirigenti scolastici, con un’evidente riduzione degli spazi di partecipazione democratica nella scuola».
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