«Scorrettezze da Roma». Fedriga ritira l’ordinanza e “convoca” le Regioni

Il presidente Fvg contro l’esecutivo Conte dopo l’applicazione del mini-lockdown «Poca chiarezza. Ora un confronto». E straccia il provvedimento di 48 ore prima
Silvano Trieste 2020-11-14 Regione FVG, confereza stampa Massimiliano Fedriga e del vicegovernatore Riccardo Riccardi sull'emergenza sanitaria
Silvano Trieste 2020-11-14 Regione FVG, confereza stampa Massimiliano Fedriga e del vicegovernatore Riccardo Riccardi sull'emergenza sanitaria

Trieste, il duro attacco di Fedriga a Roma: "Gravi rapporti tra Fvg e Stato"

TRIESTE Ordinanza ritirata appena 48 ore dopo la firma. Un annuncio che suona come una vibrante protesta istituzionale quello del presidente della Regione Massimiliano Fedriga che ieri pomeriggio, in conferenza stampa, ha attaccato il governo dopo la decisione di far diventare il Friuli Venezia Giulia zona arancione. Nel mirino in particolare il ministro della Salute Roberto Speranza, che giovedì aveva dato il placet all’ordinanza concordata dalla stesso Fedriga con Zaia e Bonaccini, governatori di Veneto ed Emilia Romagna, che avrebbe evitato la chiusura totale degli esercizi pubblici. «Ora chiedo la riunione urgente della Conferenza delle Regioni, perché non possiamo andare avanti così. Visto che di fatto l’annullano, ritiro l’ordinanza, ma qui serve una leale collaborazione istituzionale», ha tuonato il governatore.

Fedriga: "Folla a Trieste? Ogni cittadino sia responsabile"


Indirizzate verso Roma le accuse di un livello di trasparenza e correttezza insufficienti nelle scelte, a partire dai dati e dai parametri utilizzati. «Io non vedo chiarezza, il nostro gruppo di lavoro continua a non avere l’algoritmo con cui vengono calcolati i parametri – ha puntualizzato –. Abbiamo chiesto un confronto con gli altri gruppi di lavoro regionale, invece è stato inserito il pilota automatico. Ci chiedono collaborazione da Roma, ma poi sul territorio ci sono gli sgherri che raccontano menzogne. Se non c’è correttezza, almeno chi vuole usare parametri a giorni alterni o delega a un algoritmo le scelte che influiscono direttamente sulla vita dei nostri cittadini si prenda le responsabilità di ciò che fa. Ci dev’essere una valutazione politica. Abbiamo migliorato in una settimana metà dei parametri, l’Rt è sceso a 1,34, eppure siamo in arancione».

Zona arancione in vigore in Fvg. Bar e ristoranti chiusi h24, negozi “riaperti” nei festivi
Tutto chiuso in Viale XX settembre (foto Andrea Lasorte)


«Ho ricevuto, come Zaia e Bonaccini, una chiamata di Speranza all’inizio di questa settimana – ha premesso Fedriga, affiancato dal vicegovernatore Riccardo Riccardi, in apertura della conferenza stampa – in cui segnalava che il nostro Rt rischiava di essere sopra l’1,5 e quindi se avessimo avuto qualche particolare dato in peggioramento avremmo corso il pericolo di andare in zona rossa. Ci siamo sentiti quindi con i due governatori per concordare gli interventi di buon senso che abbiamo emanato giovedì con l’ordinanza». «Riteniamo che avesse un giusto equilibrio – ha rivendicato il governatore –, dando una risposta a una situazione oggettivamente pericolosa, siamo nel mezzo di una pandemia, ma tenendo conto delle esigenze di cittadini, imprese ed esercenti. Giovedì sera l’ordinanza ha avuto l’intesa dal ministro della Salute, con i dati del nostro gruppo di lavoro guidato dal professor Barbone che ci davano in miglioramento. Abbiamo emanato l’ordinanza con senso di responsabilità e collaborazione istituzionale col governo. Venerdì la ruota della fortuna si è mossa e ci ha messo in zona arancione».

«Se il Governo aveva altri indicatori perché non ce lo ha detto quando stavamo predisponendo l’ordinanza?», ha aggiunto Fedriga, spiegando poi quali sono stati i due fattori decisivi tra i 21 parametri. «Non sono i numeri delle terapie intensive né dei posti disponibili, ma l’incremento percentuale di positivi sui nuovi tamponi che non può essere superiore al 20% rispetto alla settimana precedente. Come può pesare come se avessimo le terapie intensive piene? L’altro dato è su base mensile ed è sul tracciamento, ma altri numeri che abbiamo, sempre sul tracciamento, sono addirittura migliorati».

A proposito di tracciamento, rispondendo a una domanda sulle lamentele di numerosi cittadini in isolamento che hanno atteso invano per giorni la chiamata delle aziende sanitarie, Riccardi ha ammesso le difficoltà: «Il problema ha una dimensione molto elevata rispetto alla prima ondata, impegnando e appesantendo le nostre strutture dei Dipartimenti. Il picco della prima fase era stato di 2.500 persone in isolamento, oggi siamo quasi a 9.000. Sappiamo che sono persone che hanno bisogno di aiuto, ma va sottolineato che il 75 per cento dei contagi avviene in ambito familiare e il tracciamento diventa molto complesso da seguire. Nel momento in cui riusciremo ad avere un coinvolgimento della Medicina Generale quest’ultima assumerà una funzione di filtro importante, sgravando i Dipartimenti».

Tornando alla polemica sulla zona arancione, a ribattere a Fedriga hanno provveduto gli esponenti di Pd e M5s. «Fedriga non mostri stupore. Quando hanno fatto le ordinanze, i presidenti sapevano, e lo hanno dichiarato, che il Governo sarebbe intervenuto se le Regioni avessero ecceduto alcuni parametri», ha affermato il segretario regionale dem Cristiano Shaurli. «Ancora una volta Fedriga attacca le scelte del Governo, dimenticandosi però – la replica del gruppo pentastellato in Consiglio regionale – che sono basate su evidenze scientifiche avallate dalle stesse Regioni e rese disponibili da tempo dal Ministero sulla base dei dati settimanali». —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo