Scoppio all’Avalon, cloro vicino all’acido

di Claudio Ernè
Una confezione di cloro in pastiglie lasciata sul contenitore di acido solforico.
Questo errore di posizionamento ha innescato, secondo i primi risultati delle perizie tecniche ordinate dal pm Matteo Tripani, il devastante scoppio che due settimane fa ha coinvolto il Centro benessere Avalon di Borgo Grotta Gigante in cui erano presenti una cinquantina di frequentatori.
È invece ancora mistero su chi abbia depositato quella confezione granulare nell’unico punto dell’impianto di depurazione delle acque della piscina al quale non avrebbe mai dovuto essere nemmeno avvicinata. I due composti chimici messi a contatto hanno reagito tra loro, formando una miscela che è esplosa. L’onda d’urto ha sfondato le finestre e la porta del locale tecnico. Poi il gas bollente e caustico ha investito l’istruttrice di nuoto Sonia Pugnetti, ancora oggi ricoverata all’Ospedale di Cattinara.
«Il vano tecnico è sempre stato accessibile a tutti. Non ho mai chiuso la porta a chiave perché da quel vano si passa anche sul tetto», ha spiegato Stefano Furlan, il titolare della ditta Aquatecnica cui era affidata da dieci anni la conduzione e la manutenzione dell’impianto di depurazione della piscina. «Avevo caricato i due contenitori di cloro e acido solforico il giorno prima dello scoppio. Avevo verificato il funzionamento dell’impianto un paio d’ore prima del disastro e lo avevo trovato perfettamente in ordine».
Certo è che i carabinieri che hanno esaminato dopo lo scoppio la porta del locale tecnico l’hanno trovata con la serratura chiusa a chiave. Stefano Furlan, al contrario, ha sempre affermato di averla lasciata aperta. A suo dire tra le 17.30 e le 19.30 qualcuno potrebbe o dovrebbe, visto quanto hanno scoperto i periti della Procura, essere entrato nel locale tecnico, mettendo mano alla confezione di cloro granulare ponendola sul contenitore da 500 litri di acido solforico al 30 per cento.
«In caso di contatto tra i due composti chimici viene liberato ossigeno con un alto rischio di incendio, esplosione e fuoriuscita di gas tossici e corrosivi» è stampato a chiare lettere sulla scheda delle prescrizioni tecniche. Certo è che l’incidente che ha coinvolto il Centro benessere Avalon non è stato preceduto da analoghi scoppi in altri impianti. Una approfondita ricerca effettuata dai tecnici sul web non ha dato risultati. Per ricostruire quanto è effettivamente accaduto dovranno essere interpolati i fotogrammi ripresi dalla telecamere di sicurezza, le testimonianze dei clienti, gli esiti dello scoppio. Certo è che un’ora prima dell’esplosione un intenso odore di cloro era stato avvertito attorno alla piscina. Sonia Pugnetti aveva voluto verificare cosa stesse accadendo, si era avvicinata al locale tecnico ed era stata investita dall’esplosione.
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