Scoppia la rivolta dei dipendenti Insiel

Le Rsu minacciano la rottura dei rapporti con la Regione: «Serracchiani come Marchionne. E Puksic ci porta via il lavoro»
Simone Puksic, neo-presidente dell'Insiel nell'occhio del ciclone
Simone Puksic, neo-presidente dell'Insiel nell'occhio del ciclone

TRIESTE. «Un presidente che ci porta via il lavoro», «Serracchiani si comporta come Marchionne», «non possiamo diventare un’azienda di servizi che si occupa di cambiare i cavi o di riparare i computer che non funzionano». Le Rsu di Insiel sono pronte a rompere i rapporti con la Regione se quest’ultima non darà garanzie sull’attuazione del piano industriale e sulla risoluzione della questione relativa ai 24 dipendenti di Insiel Mercato reintegrati nell’azienda “in house” da una sentenza del Tribunale di Trieste e licenziati per non essersi presentati al lavoro (avevano chiesto di poter attendere il giudizio in appello per non rischiare di perdere tutto).

L’incontro di due sere fa con l’assessore Paolo Panontin e il presidente Simone Puksic, evidentemente non ha soddisfatto i rappresentanti delle Rsu che fanno capo a Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil di Trieste e Udine, che ieri in conferenza stampa hanno espresso forti timori e perplessità. C’è innanzitutto il piano industriale, approvato nel 2014 quando c’era ancora come presidente e ad Lorenzo Pozza, poi prematuramente deceduto.

Silvano Trieste 05/02/2015 Il Sindacalista sul terrazzo dell' Insiel
Silvano Trieste 05/02/2015 Il Sindacalista sul terrazzo dell' Insiel

«Ci preoccupano i risvolti degli ultimi mesi – spiega Lidija Radovanovic (Fim Cisl) – che prefigurano un percorso che ci porterebbe a essere una società di servizi e non di produzione di software, con conseguenze negative per la nostra attività ma anche per la comunità regionale. Penso ad esempio alla conservazione dei dati personali e sensibili, che ad oggi sono gestiti da una società pubblica e in questo modo rischierebbero di finire in mano ai privati». Secondo Alexander Vecchiet (Fiom Cgil), protagonista nei giorni scorsi della protesta sul tetto dell’azienda, «la Regione ha scelto di farci navigare a vista. Nell’incontro con l’assessore Panontin abbiamo avuto modo di constatare che il piano industriale è cambiato in peggio, favorendo le aziende private e mettendo a rischio, dopo i lavoratori di Insiel Mercato, anche quelli di Insiel». Secondo Vecchiet «c’è un evidente conflitto di interesse del presidente Puksic visto il suo ruolo in Di.te.di. È stato indicato un presidente che ci porta via il lavoro. Temiamo lo stile Fiat, con la Serracchiani che si comporta come Marchionne con la differenza che qui parliamo di un bene pubblico e di un giro di risorse attorno ai 100 milioni di euro per beni e servizi che sappiamo e vogliamo produrre».

Insiel: linea dura sui licenziamenti
Simone Puksic

Sulla questione dei 24 lavoratori passati a Insiel Mercato dopo lo scorporo e reintegrati in Insiel dal tribunale, le posizioni restano distanti con la Regione che ha avvallato l’operato dell’azienda: «Abbiamo chiesto il “congelamento” di questi licenziamenti – puntualizza Ezio Ferraro (Uilm Uil) – e ci aspettiamo che venga rivisto l’atteggiamento di Insiel e della Regione. In caso contrario, non ci siederemo ad alcun tavolo e non firmeremo alcun accordo con l’azienda». Le Rsu attendono l’annunciato protocollo che sarà proposto da Panontin sulla revisione del piano industriale e sulla questione dei licenziamenti, anche se l’ipotesi paventata di trasferire alcuni lavori da Insiel a Insiel Mercato non sembra convincere particolarmente le rappresentanze sindacali. «Non servono annunci ma concretezza – osserva Mauro Buttignoni (Fim Cisl) – e soprattutto dobbiamo sapere se il piano industriale approvato nel 2014 è ancora valido. Insiel può avere un ruolo fondamentale nell’applicazione delle riforme degli enti locali e della sanità ma servono indicazioni e date certe».

E per avere maggiori punti di riferimento, gli esponenti sindacali vorrebbero anche una guida più forte dell’azienda: «Siamo in un continuo stato di impasse da mesi – secondo Consolato Praticò (Fim Cisl) – con un management incapace di portare avanti un piano industriale. Da quattro mesi attendiamo un direttore generale che arriverà tra due mesi e anche i dirigenti regionali si mostrano incompetenti su questo aspetto. La nomina di Puksic non ha dato frutti e i semplici proclami sull’Agenda Digitale non danno impulso alla nostra azienda».

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