Scoppia la “guerra” su Palazzo Dreher
Da infuriati anonimi a sbugiardanti dichiarati. Ci hanno messo 24 ore, gli albergatori triestini, per uscire allo scoperto. Ma quando l’hanno fatto (ovvero ieri sera, nel momento in cui è arrivata via comunicato stampa la loro presa di posizione ufficiale, metabolizzata a lungo dopo il vertice di mercoledì, da cui in origine erano trapelati soltanto malumori impersonali) hanno sancito la sconfessione da parte di una categoria in blocco, gli albergatori aderenti a Federalberghi e Confindustria, del presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti.
Nel comunicato diffuso nella serata di ieri, su carta digitale intestata di Federalberghi Trieste, dalla presidente provinciale del comparto Cristina Lipanje (che per la cronaca mercoledì si era trincerata dietro un «no comment», ripetuto pure ieri stesso a voce poiché preferiva evidentemente che a parlare fossero le sole considerazioni messe nero su bianco) il numero uno camerale viene diplomaticamente smentito rispetto a quanto aveva dichiarato mercoledì, quando ai malumori anonimi degli albergatori aveva replicato sostenendo che «non corrisponde assolutamente al vero che la Camera di commercio ha intenzione di spendere per la ristrutturazione» di Palazzo Dreher. Il famoso palazzone della Borsa Vecchia con annessa Expo Mittelschool, per il quale si sarebbe ormai alla vigilia del bando di vendita col timbro camerale.
Il documento reso pubblico ieri da Federalberghi racconta però che «giovedi 5 maggio, su nostra insistente richiesta, il presidente Paoletti ha avuto un incontro con una rappresentanza della categoria degli albergatori, per riferire in merito al futuro del palazzo della Borsa, (Palazzo Dreher appunto, ndr) di proprietà della Camera di commercio. Durante tale incontro abbiamo appreso ufficialmente della volontà di trasformare tale palazzo in albergo. Siamo stati informati inoltre che una trattativa in tal senso era stata portata avanti e addirittura prossima alla conclusione con la catena tedesca Motel One. Tale accordo, a detta dello stesso Paoletti, prevederebbe da parte della Camera di commercio la ristrutturazione interna dell’edificio su stretti canoni, ad esempio i fornitori dei materiali, imposti da Motel One, a totale carico della Camera di commercio la quale per poter far fronte alle ingenti spese di ristrutturazione accenderebbe un mutuo trentennale, pagabile con gli affitti versati dalla suddetta catena». Il che porta a pensare, però, che il bando forse non contempla solo l’opzione della vendita.
«Federalberghi insieme ad altri imprenditori del settore non aderenti alla stessa - continua il comunicato - esprimono la totale contrarietà a tale progetto, per questioni di metodo ed opportunità, e chiedono con forza che venga immediatamente bloccato. A seguito della discussione del 18 maggio, la categoria ritiene, all’unanimità e senza nessun distinguo, che il metodo seguito, prendendo accordi prima di fare un bando, che verrebbe inevitabilmente condizionato, prima ancora che lecito sia inopportuno. L’opportunità che un ente pubblico sostenuto anche dai contributi degli stessi albergatori usi dei fondi e si indebiti per 30 anni per fare un’attività in concorrenza con gli stessi ci sembra scorretta. I soldi pubblici non devono essere usati per l’avvio di un’attività commerciale in concorrenza con le attività locali. La categoria ribadisce di essere favorevole al libero mercato, pur se in certe contingenze economiche sarebbe opportuna una certa prudenza, e vede con favore l’apertura a Palazzo Dreher di un albergo, ma solo a patto che la Motel One o chicchessia acquisti il palazzo o investa per la ristrutturazione dello stesso con i propri soldi, come tutti noi abbiamo fatto in questi anni».
«Il presidente - tuona a voce Manuele Costantin dell’Hotel Urban, tra i più caldi nel fronte anti-Paoletti - si è dimostrato persona scorretta. Se oggi (ieri, ndr) non ho letto per sbaglio un altro giornale, non ha fatto cenno a ristrutturazioni e mutui a carico del sistema pubblico. Per me può cambiare mestiere».
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