Scontro tra indipendentisti: «Tentato golpe nel Mtl»
A quasi un anno dall’imponente corteo che il Movimento Trieste Libera riuscì a organizzare portando in strada migliaia di persone, l’indipendentismo pare più diviso che mai e non solo dai due piani che separavano ieri i “golpisti” del Territorio Libero 3, che volantinavano sotto la sede Mtl di piazza della Borsa, e Paolo G. Parovel a capo del Mtl stesso, che teneva una conferenza stampa nel palazzo Liberty.
Un reclamo alle Nazioni Unite su un’asserita situazione di criminalità e corruzione diffuse nel territorio triestino e un monito su «sviluppi pericolosi» che starebbero derivando da tale quadro: è intanto l’estrema sintesi dei messaggi lanciati ieri dal direttore della “Voce di Trieste”, in assenza dell’altra “guida” Roberto Giurastante.
«Non abbiamo convocato questa conferenza stampa per conflitti politici con altre organizzazioni» precisa subito Parovel. Ma alla fine l’attacco arriva diretto proprio ai “golpisti”. Che intanto in strada distribuiscono un foglietto contro Parovel, definito «il distruttore del Mtl» che «era al soldo dei servizi segreti sloveni (Sdv)». Leggendo un lunghissimo comunicato davanti a un uditorio ridottissimo («tanto invieremo la nostra documentazione a 250 testate locali, nazionali e internazionali» puntualizza), Parovel asserisce che si tratta dei «risultati d’indagini nostre e istituzionali su sviluppi pericolosi di una situazione maggiore e complessiva di illegalità, criminalità e corruzione che danneggia gravemente Trieste e la comunità internazionale, ma viene tollerata dal governo italiano».
Non basta: addirittura «Trieste ha una situazione criminalistica assolutamente anomala dietro un'apparenza di ordine e legalità, perché la criminalità comune è scarsa e viene perseguita, mentre la corruzione dell'establishment locale è elevata, ma viene tollerata e coperta dalle autorità. L'impunità è stata sinora garantita da settori particolari dei servizi italiani, con controllo dei mass media e sulla selezione di politici e amministratori locali deboli». «Sono in corso - continua Parovel - tre grosse operazioni economiche a danno del Porto franco, una internazionale e due locali, con intrecci d’interessi politici e della criminalità organizzata». Quali sarebbero queste operazioni? Vengono citati «il dirottamento dei traffici dell'asse Baltico-Adriatico, i tentativi illegali di eliminare il Porto franco Nord urbanizzandolo, e di paralizzare il Porto franco Sud con un rigassificatore a terra, antiquato e pericoloso». Parovel poi fa due conti, alla luce del tentato e «non riuscito» «golpe interno» e della conseguente nascita del Movimento Territorio libero 3 e del Gruppo Sicurezza. «Loro sono in tutto 200 persone sulle 2.500 di Trieste Libera». «Il gruppo golpista era ed è formato da alcuni ex dirigenti, in buona parte provenienti dalla destra politica nazionalista italiana, e da un gruppo di “sicurezza”, circa 50 persone che essi avevano introdotto nel Movimento. Era efficiente ma creava forti imbarazzi per invasività e metodi violenti. Ha mostrato inspiegate capacità di spesa per l'affitto, l'arredo e l'attrezzatura completi di una nuova grande sede in via Roma 28, e l'assunzione di personale in paga». Secondo Parovel le loro «rivendicazioni dell'ex Zona B contro Slovenia e Croazia sono tipiche della destra nazionalista e neofascista, come gli atteggiamenti intolleranti e aggressivi del “gruppo sicurezza”. È solo un movimento pseudoindipendentista di disturbo, manovrato da interessi opposti a quelli del Territorio Libero e dei suoi cittadini».
Per Parovel sui “golpisti” sarebbero emerse «compromissioni con ambienti del traffico di cocaina, del riciclaggio e dell'uso illegale di armi, oltre a rapporti stretti» con «Andrea Rotta, rivelatosi poi trafficante-spacciatore di cocaina ed arrestato nel novembre 2013, il quale prima dell'arresto si presentava grazie a essi (lo avevano anche iscritto al Movimento) come agente promotore economico di Trieste Libera Impresa e advisor della Triest Ngo». Lo scontro tra indipendentisti continua.
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