Scontro in aula sull’emergenza lavoro
Tre scenari in Consiglio comunale della situazione dell’occupazione in città e delle prospettive di crescita economica. Il primo lo fa Marino Sossi (Sel) primo firmatario della richiesta che ha portato alla convocazione straordinaria di ieri, il secondo il presidente del Consiglio Iztok Furlanic e il terzo l’assessore all’attuazione del programma Roberto Treu entrambi sugli incontri avuti con associazioni di categoria e sindacati rispettivamente dai capigruppo e dalla giunta. Dalla relazione di Treu emergono presupposti positivi: sulla dimensione internazionale della città grazie a porto, ricerca, grandi industrie, assicurazioni; sulla crescita del turismo, del welfare innovativo, dell’off shore; sulla rimessa in moto dell’edilizia con i prossimi interventi al Silos, alla Maddalena, in via Rossetti, a Campo Marzio, a Palazzo Carciotti; sulla riconversione del Porto Vecchio; sul rilancio del commercio con la pedonalizzazione di via Mazzini. «Documento condiviso con tutte le categorie», precisa Treu.
Ma tutto ciò non basta a soddisfare le opposizioni, anzi. Paolo Rovis (Ncd): «Non ci sono tagli alle imprese su Tari e Imu, la giunta non fa niente per ridurre la burocrazia, la Regione è ferma sulle bonifiche». Everest Bertoli (FI): «La situazione lavorativa in città è tragica per corresponsabilità del Comune. Le imprese non sono messe in condizioni di lavorare. La tassazione complessiva è passata da 93 a 140 milioni». Paolo Menis (Cinquestelle): «Documento della giunta poco concreto, un errore spostare il Punto Franco da Porto Vecchio». Ma è Claudio Giacomelli a scatenare poi la reazione più infuriata del sindaco Roberto Cosolini. «Il discorso di Treu pareva quello del primo giorno, non del quarto anno di giunta. Il trend della disoccupazione è in aumento: passato dal 4,4 al 6,6% secondo i dati Istat, la peggiore performamce riguardo al trend di tutto il Friuli Venezia Giulia». «Falso - ribatte il sindaco - ho letto anch’io i dati Istat, Udine sta peggio di noi. Tra il 2013 e il 2014 siamo invece l’unica città della regione in miglioramento. Perdersi dietro un decimale sbagliato anziché portare proposte è un pessimo atteggiamento. Chi pensa che quello di Treu sia un libro dei sogni, sappia che è un sogno condiviso da tutte le categorie economiche della città. Il fatto è che qui ci sono due visioni diverse per il futuro economico di Trieste:Quella che guarda all’indietro vuole soltanto assistenzialismo, quella proiettata in avanti vuole mettere in moto i processi che creano economia. Non si può in Consiglio comunale un giorno rinunciare aprioristicamente ad altri 300 posti di lavoro che possono essere creati nell’area di Servola e una settimana dopo lamentarsi perché l’occupazione aumenta. A Trieste gli investimenti privati si stanno concretizzando: non solo per la Ferriera, ma anche per il Silos, prossimamente per il Piano del commercio (con i monomarca, ndr.) e presto anche con la sdemanializzazione del Porto Vecchio».
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