Scontro fra tram, i manovratori a processo

Accolta la richiesta di rinvio a giudizio del pm. L’accusa è di disastro ferroviario colposo per l’incidente del 16 agosto 2016
L'incidente che ha coinvolto i due tram che collegano Trieste a Opicina (Trieste), 16 agosto 2016..ANSA/ ANDREA LASORTE
L'incidente che ha coinvolto i due tram che collegano Trieste a Opicina (Trieste), 16 agosto 2016..ANSA/ ANDREA LASORTE

TRIESTE Rinviati a giudizio con l’ipotesi originaria del reato più grave: disastro ferroviario colposo. Stefano Schivi, 54 anni, e Fulvio Zetto, 52 anni, i due manovratori del tram - alla guida il 16 agosto 2016 delle carrozze 405 e 404, provenienti da sensi di marcia opposti, che si erano scontrate frontalmente provocando 9 feriti - dovranno affrontare un lungo processo.

Lo ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare Luigi Dainotti, accogliendo la richiesta del pm Matteo Tripani. In questa fase non è stata considerata l’istanza dei difensori di Zetto, William Crivellari ed Elisabetta Burla (Schivi è difeso dall’avvocato Andrea Valanzano): derubricare il reato a pericolo di disastro ferroviario colposo. Una differenza importante, che cambierebbe di molto l’eventuale pena, poiché nel primo caso si prevede una condanna che va da due a dieci anni, mentre nel secondo è al massimo di due anni.

Dei nove feriti, compresi i due guidatori, solo tre si sono costituiti parte civile, sostenuti dai legali Roberto Mantello, Denaura Bordandini e Loreley Lubich. Si è costituita parte civile anche la Trieste Trasporti con l’avvocato Giorgio Borean. Ma l’azienda ha un duplice ruolo nella vicenda. Il giudice aveva a suo tempo autorizzato infatti la chiamata in causa della Trieste Trasporti per responsabilità civile, accogliendo la richiesta avanzata da tre passeggeri che hanno subìto danni (Tt in questo caso è seguita dall’avvocato Paolo Pacileo). Ma Bordandini nelle precedenti puntate aveva citato in giudizio anche Axa corporate solutions, la compagnia di assicurazioni di Trieste Trasporti che non avrebbe ancora pagato, a distanza di due anni, i danni alle parti offese.

La richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Tripani per i due manovratori, le cui vetture erano entrate in collisione all’altezza di Conconello, è stata formulata sulla base della perizia dell’ingegner Marco Pozzati nella forma di atto non ripetibile, ora acquisita nel fascicolo processuale. Entrambi i guidatori avrebbero una colpa: sia Schivi, che stava salendo con a bordo i passeggeri, sia Zetto, che stava scendendo per effettuare una prova tecnica con la vettura fortunatamente vuota. Sono passati con il rosso? È stata colpa del sistema o una loro disattenzione? Andavano troppo veloci? Domande cui darà risposta il processo.

La decisione del gup tuttavia non ha colto di sorpresa la controparte. «Ci aspettavamo un rinvio a giudizio - afferma Crivellari - e la scelta del giudizio ordinario ci darà modo di dimostrare i fatti e l’assoluta estraneità all’oggetto che viene contestato agli imputati. Ora miriamo all’assoluzione». Non mancano però alcune precisazioni in merito alla perizia: «Emergono comunque delle criticità - aggiunge Crivellari -. I semafori che sarebbero scattati sono predisposti per tre vetture, quella che guidava Zetto è la quarta. Trieste Trasporti ha calcolato la velocità mediante i dispositivi Gps. Ma questi punti sono approssimativi. Dire che era eccessiva, porta a risultati quanto meno imprecisi e comunque non è in nesso causale con il sinistro. Inoltre l’incidente è di media-lieve entità senza deragliamento. Che il sistema non abbia funzionato è pacifico, ma non è colpa dei due conducenti». Prossima udienza il 20 novembre.


 

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