Scontri tra bulli a Trieste, scattano nuovi controlli
TRIESTE «Da una scazzottata fra ragazzi quasi tutti minorenni non si può dire che una città è insicura o in preda a bande armate». Il prefetto Francesca Garufi, reduce da un incontro con Roberto Cosolini e i vertici delle forze dell'ordine, rimarca con forza come «Trieste non sia al centro di un'emergenza sicurezza». Al tempo stesso, però, annuncia che per l'estate ci sarà una sorveglianza coordinata fra tutte le forze, «e continuerà il dispiegamento già in atto di agenti in divisa e in borghese lungo la riviera di Barcola». L'incontro è stato chiesto dal sindaco nei giorni scorsi, in seguito agli scontri fra gruppi di giovani che hanno interessato alcune parti del centro città come viale XX Settembre e via del Toro.
La riunione Racconta il prefetto: «Abbiamo tenuto una riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, nell'ambito del quale abbiamo preso in considerazione la sicurezza cittadina nel suo insieme. Soprattutto in vista dell'estate, quando ci sarà una maggiore presenza di persone in strada». Quando agli episodi dei giorni scorsi, Garufi aggiunge che «abbiamo esaminato la questione dei diverbi tra ragazzi e convenuto che di questo si è trattato: non c'è stato alcun ferito, nessun ricoverato in ospedale, nessuna denuncia». Le persone coinvolte, inoltre, «sono quasi tutti minorenni inseriti nelle dinamiche di quell'età, in cui anche un apprezzamento pesante per una giovane può scatenare un rissa».
A seguito dell'episodio, aggiunge, «la situazione è sotto continuo monitoraggio: le forze dell'ordine e la polizia locale sono presenti in borghese e in divisa nella zona dei topolini. Più in generale il presidio è costante in città». Quanto alle persone coinvolte nella rissa, «c'è un'inchiesta in corso», specifica: «Ma sono stati individuati, sono soprattutto ragazzi che probabilmente non compiranno più gesti simili».
Reati in calo Il prefetto insiste sul fatto che i reati contro la persona sono in calo: «A parte il fatto che in questo caso il reato, se c'è stato, sarà accertato dalla magistratura, dobbiamo tenere bene a mente che Trieste ha registrato un calo delle violazioni analoghe a quelle che qui si ipotizzano». Rispetto ai primi cinque mesi del 2014, quest'anno c'è stata una diminuzione del 16% dei reati contro la persona, oltre a un abbattimento dell'11% delle segnalazioni. La percezione tra la popolazione è diversa, aggiunge poi il prefetto, «ma ciò non è slegato dal modo in cui circolano le notizie, dalle polemiche che se ne traggono, e dal fatto che si tratti di ragazzi di origine straniera. A tal proposito va ricordato che la comunità serba è presente a Trieste dal 1700 ed è perfettamente integrata».
Il sindaco Cosolini ringrazia il prefetto per la disponibilità e le considerazioni: «Gli allarmismi eccessivi sono fuori luogo - dichiara il primo cittadino - e a dirlo non è il sindaco che è oggetto inevitabile di polemica politica da parte di un'opposizione che non ha molti elementi di propaganda. Lo dicono il prefetto, il questore, i comandanti di carabinieri e Guardia di finanza. Non credo si possano imputare loro posizioni di carattere politico». In ogni caso Cosolini assicura che «la guardia resta alta»: «Già l'anno scorso abbiamo visto come la presenza della Polizia municipale sulla riviera di Barcola comporti una diminuzione tangibile della microcriminalità, per cui quest'anno prevediamo una tutela intensificata ai Topolini».
Incontri con le comunità Il sindaco annuncia poi che contatterà i rappresentanti delle varie comunità triestine per due motivi: esprimere loro l'assoluta fermezza nel respingere le generalizzazioni e chiedere loro di tutelare le loro comunità censurando quelli che possono essere comportamenti dannosi. L'impegno di Cosolini per l'estate è «continuare a lavorare per far sì che quella che è stata in tutti questi anni una delle città più sicure d'Italia continui ad esserlo ancora a lungo».
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