Sconto regionale abolito: fuga di barche per il pieno
“Buon vento a tutti”. L’augurio che sotto Barcolana si spreca, ora vale pure il resto dell’anno, specie d’estate ovviamente. E anche per chi non è abituato a bordisar, bensì ad andare a motore. Meglio non dare troppo gas, a quello, e affidarsi alla generosità di eventuali refoli, visti i tempi che corrono. Non soltanto perché il carburante costa sempre di più, ma anche e soprattutto perché chi ha la barca - che sia una fuoriserie da nababbi o una modestissima bagnarola - non ha più diritto allo sconto regionale per riempirne il serbatoio. Lo stesso sconto regionale che, pur tra mille equilibrismi, continua a resistere, ma chissà ancora per quanto, sulle erogazioni di carburante per le macchine dei triestini.
Macchine sì, barche non più. Le prime si salvano, le seconde si sacrificano. Questa la sentenza causa crisi emessa in realtà dalla Regione già mesi fa (l’entrata in vigore risale al primo novembre) ma venuta prepotentemente alla ribalta questo mese, proprio nel momento in cui esplode la bella stagione. Va da sé che si profila in maniera sempre più marcata - anzi, è già in atto - un ulteriore esodo oltreconfine, più di quanto già non succedesse: l’esodo delle barche triestine verso i marina sloveni e croati a caccia di un pieno di carburante più a buon prezzo.
La legge (perché dell’applicazione di una legge, regionale in questo caso, si tratta) per principio non ammette ignoranza, questo è vero, però quando va a spezzare una lunga consuetudine diventa evidentemente possibile che sfugga a più di qualcun”sfuggente”. Capita così che il “regno” delle cadute dalle nuvole, di incazzature varie e pure di dolorosissime conseguenze (su tutte un licenziamento e di una riduzione degli orari di servizio) sia Porto San Rocco. Là dove funziona l’unico distributore di benzina e gasolio per imbarcazioni di tutta la provincia triestina. L’ultimo baluardo tricolore, al di qua dell’Hannibal di Monfalcone, oltre il quale l’alternativa è Isola d’Istria.
«Un po’ di tempo fa il proprietario di una barca è venuto da me a fare il pieno, mi ha dato la tessera regionale, come faceva sempre, ma l’apparecchio che legge quelle tessere non funzionava, ho chiamato l’Insiel, pensando a un problema di linea, da dove invece, dopo una verifica, mi è stato detto che lo sconto non valeva più per le barche, ma solo per le macchine», ammette Gianni Millo, l’ex presidente del Consiglio comunale di Muggia titolare dell’impianto: ha deciso ora di urlare all’ingiustizia affiggendo anche alle pompe un cartello in cui «si ringraziano Regione e Camera di Commercio per la scelta senza alcuna comunicazione agli utenti». «Siamo - rincara la dose a voce - in presenza di una scorrettezza enorme, di menefreghismo. Ho aspettato, sperando che qualcosa potesse ricambiare in meglio. Si assumano la responsabilità, siano questi enti a metterci la faccia, dato che la gente che viene qui spesso non lo sa e se la prende con me». Dopo lo sfogo, la conclusione: «È un momento già difficile, per la recessione. Ai tempi d’oro non superavo i 500mila litri l’anno, e il mio guadagno è di tre centesimi al litro (su 500mila litri fanno 15mila euro netti l’anno, ndr). Ora a beffa morale si aggiunge danno economico. Dovrò licenziare un dipendente (su due, ndr) e ridurrò il servizio. Il sabato andrò a pranzo e la domenica chiuderò all’una. Peccato, in tanti che venivano da fuori sotto Barcolana mi facevano i complimenti perché potevano fare il pieno negli orari più strani...». Sotto Barcolana, appunto: “Buon vento a tutti”.
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