Sconto benzina più ricco per i friulani

Peroni denuncia il paradosso: 25,1 milioni di contributi alla fascia più distante dal confine e solo 18,7 a Trieste e Gorizia
Una pompa di benzina
Una pompa di benzina

È nato per arginare la fuga oltreconfine degli automobilisti. Ma, complici le modifiche di legge, il sistema di sconti sui carburanti presenta uno squilibrio che penalizza proprio le fasce confinarie: Trieste e Gorizia, in primis, a vantaggio del Friuli.

Secondo i dati illustrati ieri in quarta Commissione consiliare dagli assessore al Bilancio, Francesco Peroni, e all’ambiente, Sara Vito, dei quasi 43,8 milioni destinati dalla Regione ai contributi per il pieno di benzina e gasolio, 25,1 milioni finiscono in quelle che nella precedente disciplina erano le fasce 3, 4 e 5, ovvero le più distanti dal confine con la Slovenia mentre solo 18,7 milioni vanno a beneficio delle aree più vicine alla vicina Repubblica, comprese quindi le province di Trieste e Gorizia. Un paradosso, spiega Peroni, «che si giustifica con la filosofia del contributo, destinato ai cittadini e concretizzato come oggi lo conosciamo per scongiurare una procedura di infrazione che era stata aperta dall’Unione europea».

Pendolarismo del pieno: consumi a picco (-60%)
Una pompa di benzina

Sforzo peraltro vano perché se lo sconto “a fasce” era stato messo nel mirino di Bruxelles come aiuto di Stato e i contributi così come concepiti dalla cosiddetta “legge Asquini” sono a loro volta oggetto di una procedura di infrazione perché andrebbero a incidere sulle accise. Rimane il fatto che, come sottolinea Peroni, «il meccanismo è sbilanciato a favore di un territorio non attratto dal confine e dove, secondo gli analisti, le compagnie finirebbero comunque per adattare i prezzi a livelli più convenienti per i consumatori, come peraltro già accade in Veneto». Paradosso nel paradosso.

I numeri forniti ieri dalla giunta confermano una riduzione nei consumi di carburanti, con un -3,7% per la benzina (venduti nel 2014 256,88 milioni di litri) e un recupero dell’1,1% per il gasolio (303,19 milioni di litri). Il sistema degli sconti ha fornito alla Regione un gettito complessivo di 102,1 milioni di euro. «Complessivamente c’è un equilibrio – commenta Peroni – anche se per la prima volta registriamo un saldo negativo di 1,3 milioni nell’area a maggiore intensità di contributo: un segnale su cui porre attenzione».

«Benzina, fascia unica nell’area di confine»
Il sindaco Ettore Romoli

Due fattori, quello dello squilibrio territoriale e del risultato finanziario negativo nell’area 1, che potrebbero portare a un nuovo meccanismo di sconti? Gli assessori non si sbilanciano in questo senso. «Al momento è più opportuno attendere il parere motivato dell’Ue» spiega Vito che assicura sul fatto che la Regione sia pronta su questo fronte: «Abbiamo attivato un tavolo interdisciplinare sulla vicenda per non trovarci impreparati». Il parere da Bruxelles potrebbe arrivare in tempi relativamente brevi («È la procedura di infrazione più datata su cui si attende il parere» puntualizza Peroni) e, in caso di epilogo sfavorevole alla Regione (l’Italia potrà comunque opporsi in sede di Corte di Giustizia Europea) «sarà garantito un “phasing out” per un’uscita graduale e non traumatica. Una fase di accompagnamento che – ipotizza Peroni – potrebbe durare un biennio».

Ma quale futuro potrebbe avere lo sconto sui carburanti in Friuli Venezia Giulia? Ridare ai contributi la valenza di azione “di confine”, come avanzato da Roberto Revelant (Ar), rischierebbe di riportare alla luce i motivi che hanno di fatto stroncato la vecchia disciplina. L’ipotesi di una misura di carattere ecologico, ipotizzata dal Movimento 5 Stelle, «è una materia da esplorare – ammette Peroni – anche se significa cambiare rotta e rivolgersi a una fetta di consumatori più di nicchia», mentre l’eventualità di un contributo sociale «non ha il valore “salvifico” di quello ambientale». E se da alcune parti si chiede attenzione alla categoria dei gestori, come nel caso del consigliere Emiliano Edera (Cittadini), l’assessore invoca anche in Friuli Venezia Giulia «l’evoluzione che altrove ha portato a strutture multifunzionali che rendono non decisivi gli introiti da carburanti. Non vorrei che la vicinanza della mano pubblica abbia “impigrito” talune categorie nella ricerca di modelli più competitivi».

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