Scongiurato il fallimento delle Coop

Concesso un periodo-ponte di 120 giorni al commissario Consoli per presentare una proposta di concordato definitivo
Di Piero Rauber
Foto Bruni 01.12.14 Coop Operaie: riunione del Tribunale fallimentare-il PM Frezza e avv. Consoli a dx
Foto Bruni 01.12.14 Coop Operaie: riunione del Tribunale fallimentare-il PM Frezza e avv. Consoli a dx

Cinque settimane di corsa contro il tempo, per salvare le Coop operaie, “benedette” dal Tribunale in soli dieci minuti di udienza. Buon segno, per chi mastica di fallimenti. E in efetti nella giornata di ieri - che l’amministratore giudiziario Maurizio Consoli indicava ai primi di novembre come la data-chiave per dare il via alla vera e propria manovra di salvataggio delle Coop triestine o dichiararne la morte - è prevalsa ufficialmente l’opzione numero uno, dopo che nelle ore immediatamente precedenti era emerso in via informale un cauto ottimismo in quanto lo stesso avvocato Consoli aveva ricevuto in tempo dal binomio costituito da Coop Nordest e Conad, oltre che da una società estera (che ieri si è saputo essere croata: è intenzionata a rilevare l’ipermercato di Fiume) le offerte necessarie per poter andare avanti.

Il collegio composto dai giudici civili Arturo Picciotto (presidente), Daniele Venier (relatore) e Riccardo Merluzzi (a latere) ha concesso infatti a Consoli in quanto commissario un periodo-ponte, un «termine», «per la presentazione di una proposta definitiva di concordato preventivo». È un sostanziale atto di fiducia del Tribunale - dopo quello del 27 ottobre in cui erano state ammesse per l’appunto le prime cinque settimane a Consoli per una “ricognizione” preliminare a caccia d’eventuali compratori - in attesa che sia pronto il piano decisivo finalizzato a scongiurare il fallimento. La legge, in questo caso, prevede un massimo di 120 giorni, 60 più eventuali 60. Per questo il commissario ha tempo per ora «fino al 30 gennaio» - così sta scritto nel decreto del collegio - e il termine, semmai, potrà essere prorogato di ulteriori due mesi. Ma Consoli conta di «depositare il piano entro 90 giorni» da ieri. Solo allora il riserbo sopra i dettagli della cessione degli “asset” aziendali, i punti vendita ed eventuali altri immobili, sarà sciolto. Per ora si sa che Conad e soprattutto Coop Nordest - dietro cui si sta muovendo il cosiddetto mondo delle cooperative “rosse” - hanno presentato una serie di offerte complementari, e non sovrapposte, tra le quali figurano ad esempio GranDuino e l’ipermercato delle Torri ma non solo quello. Offerte concentrate chiaramente in regione. Già perché l’asset estero, l’ipercoop di Fiume, è nelle mire come detto di una catena croata. «Siamo di fronte a una buona base di partenza, anche in termini di prospettive occupazionali, che confido possa essere incrementata da qui al deposito del piano», aggiunge Consoli.

Parole che non dicono, perché evidentemente non possono dire, ma lasciano presumere come non sia escludibile, al momento, l’opportunità che il sacrificio di posti di lavoro sia inferiore al centinaio d’unità, rispetto al totale attuale di 648, prospettato dallo stesso commissario nella prima relazione di fine ottobre. Come è altrettanto sottinteso che un incremento degli “asset” vendibili potrebbe consentire la realizzazione di una maggiore liquidità a garanzia dei creditori: al di là dei 30 milioni da saldare ai fornitori, il primissimo obiettivo “morale” restano quei 103 milioni che quasi 17mila soci si sono visti “immobilizzare” per via giudiziaria. Se si eccettuano i 35 milioni coperti in fidejussioni, fanno circa 68 da recuperare dalla vendita di beni e rami d’azienda ai soli fini della restituzione del prestito. Fornitori e prestatori sociali saranno peraltro parti in causa decisive quando - e se - la proposta di concordato sarà accolta dal Tribunale. A quel punto tutti i creditori, ma proprio tutti, avranno in linea di principio diritto sia a partecipare all’udienza in cui Consoli illustrerà al collegio il piano sia a votare il piano medesimo. Fa parte delle procedure di consultazione dei creditori, d’altronde. «Al termine di questa procedura - così il commissario in una nota diffusa in serata - che avrà una presumibile durata complessiva di sei, sette mesi, e qualora intervenga il consenso dei creditori, prestatori sociali e fornitori potranno essere soddisfatti in termini che oggi si prospettano come significativi e i posti di lavoro in massima parte mantenuti. Il Tribunale ha anche confermato che tutti i beni forniti e i servizi resi alle Coop operaie sin dal 17 ottobre su richiesta dell’amministratore giudiziario, giacché funzionali all’attività d’impresa e alla sua utile conservazione, possono essere pagati senza rischio alcuno per i fornitori. Ciò costituisce ulteriore ragione di ottimismo per il buon esito dell’attuale programma di regolazione della crisi delle Coop operaie. Oggi come ieri abbiamo bisogno della fiducia e dell’aiuto di tutti per il successo finale».

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