«Sconcertato da Tajani e Salvini. Così le lancette tornano indietro»

TRIESte «Oggi che Fiume è finalmente una città europea, si tira di nuovo fuori il demone del nazionalismo. Si getta benzina sul fuoco. Piantatela, pensate a ricostruire». Lo afferma Carlo Giovanardi, democristiano di lungo corso, già sottosegretario di Stato e ministro nei governi Berlusconi, ora membro di Idea, popolo e libertà: «Mi occupo da 30 anni del confine orientale. Chi, come me, è impegnato nel superamento di quelle vicende è sorpreso: da Scoccimarro, Tajani e tutti coloro che nel Giorno del Ricordo hanno tentato di riportare indietro le lancette di 70 anni».
Come valuta le dichiarazioni di Salvini e Tajani?
Se il presidente del Parlamento europeo fosse sloveno e avesse detto che Trieste è slovena, come avremmo reagito? Almeno si è scusato. Sconcertante il paragone di Salvini tra Auschwitz e le foibe: serve solo a rinfocolare le divisioni. È stato chiesto ai governi di oltreconfine di scusarsi: ma di cosa? A doversi scusare sono comunisti e fascisti, non sloveni e croati. In vista del prossimo Giorno del ricordo, pregherei tutti o di tacere o di studiare.
C’è stata una dimensione etnica nelle vicende del confine orientale?
La convivenza secolare dei popoli è fatta saltare dai nazifascisti. Tra il 1941 e il ’43, ad esempio, il 10% della popolazione slovena è stato fucilato o deportato. Poi anche il comunismo titino ne ha combinate di tutti i colori. Mattarella ha parlato benissimo, perché ha sottolineato che gli italiani hanno pagato per essere italiani. So che fine hanno fatto, a Rovigno, i partigiani italiani comunisti che rivendicavano la loro italianità. Ma non è che verso cetnici o ustascia Tito ci sia andato leggero. Quando avevo 20 anni ho viaggiato per tutta la Jugoslavia: mai avrei immaginato quel che sarebbe successo dopo. Ho amici a Zara: ho visto i kalashnikov, le persone ammazzarsi dopo essere stati vicini di casa per 30 anni. Il nazionalismo e il dato etnico, quando messi in moto, sono meccanismi infernali. Non ricadiamo negli errori della storia. Chi fa l’incendiario finisce in tv, chi lavora per la pace...
Sono un grande amico sia degli esuli sia dei rimasti. Il terrore è che Fiume, capitale europea della cultura 2020, invece che di ricostruzione diventi occasione polemica. Magari a opera di CasaPound o chi per loro. La spirale va fermata subito. Per le terre che hanno visto convivere per secoli italiani, ungheresi, sloveni, croati». —
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