Scoglio Olivi Il sindacato chiede ai vertici le dimissioni
POLA. Il presidente del Sindacato dell’Istria, del Quarnero e della Dalmazia (Siqd) Bruno Bulic torna a chiedere alla direzione del cantiere navale Scoglio Olivi di dimettersi, ritenendola responsabile dell’attuale gravissima situazione in cui l’azienda è venuta a trovarsi. «È inammissibile - ha dichiarato Bulic in una conferenza stampa - che questi signori ora indichino ai dipendenti il percorso che in futuro lo stabilimento dovrà effettuare. Sarebbe normale che fosse qualcun altro a farlo. E se non se ne andranno da soli, invito il Comitato di sorveglianza a rimuoverli dalle poltrone».
Il Siqd è uno dei tre sindacati attivi all’interno dello stabilimento navale istriano, che ha sotto di sé anche il cantiere 3 Maggio di Fiume. «Mi sento in dovere di reagire - ha aggiunto Bulic - poiché nella migliore delle ipotesi saranno tagliati 1.200 posti di lavoro su un totale di 2800: ma anche gli altri sono in pericolo, qualora non venisse rispettato il piano di produzione che prevede 12 navi. La consegna degli scafi entro i termini contrattuali - ha proseguito - è la condizione indispensabile per poter procedere al piano di ristrutturazione e diversificazione». Il piano viene ritenuta l’unica via da percorrere per salvare la produzione, ma per attuarlo occorre capitale fresco: almeno cento milioni di euro che dovrebbero essere investiti dal partner strategico. Bulic ha chiamato in causa l’europarlamentare Ivan Jakovčić ricordandone le dichiarazioni di una decina di anni fa, quando aveva ventilato il trasferimento dello Scoglio Olivi dal centro città a un’altra area. Parole che avevano sollevato un grosso polverone, e che non ebbero seguito. «Evidentemente quell’idea - così Bulic - non è stata abbandonata e l’attuale crisi dello Scoglio Olivi potrebbe far parte di un preciso scenario».
Intanto la produzione al cantiere procede grazie al credito statale di 96 milioni di euro, per le cui garanzie il governo croato ha ottenuto disco verde dalla Commissione europea. (p.r.)
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