La scogliera di Barcola è pronta: sanate le ferite delle mareggiate

Terminato l’intervento coperto dalla Protezione civile con 362 mila euro. I nuovi massi serviranno a proteggere il lungomare dai danni delle onde

Francesco Codagnone
La scogliera di Barcola rimessa a nuovo
La scogliera di Barcola rimessa a nuovo

L’ultimo masso in pietra arenaria è stato posizionato l’altra mattina, segnando così la fine dell’intervento che in futuro proteggerà il lungomare Benedetto Croce dall’impeto delle onde.

La nuova scogliera di Barcola è pronta. I lavori sono finiti. Il lungomare può tornare alla normalità, poco più di un anno dopo quelle terribili mareggiate che devastarono la riviera. «L’impegno preso dall’amministrazione comunale è stato mantenuto», afferma l’assessore alla Pianificazione territoriale Michele Babuder, accompagnando lungo la passeggiata Benedetto Croce.

Via ai lavori per il ripristino della scogliera di Barcola a Trieste
La sistemazione del porfido lungo il camminamento Foto Lasorte

Ferite sanate

Delle tante ferite inferte dalle onde restano ormai pochi ricordi. La pineta, le aree gioco, le aiuole e tutte le aree verdi sono state risistemate. I camminamenti in cubetti sono stati ristrutturati, le banchine ripristinate e presto partiranno anche i cantieri per ristrutturare i Topolini 4, 5, 6 e 7 (di competenza dei Lavori pubblici).

La scogliera rinforzata

Il rinforzo della scogliera, finanziato dalla Protezione civile regionale con 362 mila euro, completa pertanto gli interventi di ripristino del lungomare. «Nell’ultimo mese – spiega Babuder – gli operai della ditta Salit di Medea hanno lavorato instancabilmente, permettendoci di chiudere i cantieri con 47 giorni di anticipo: l’obiettivo era rimettere il lungomare in sicurezza quanto prima, proprio per evitare eventuali danni da futuri episodi di eccezionale maltempo».

Più di dieci camion al giorno per oltre un mese hanno fatto avanti e indietro lungo i 455 metri della passeggiata Benedetto Croce (il tratto di riviera più danneggiato dalle mareggiate del 27 ottobre e 3-5 novembre 2023), trasportando e scaricando in tutto oltre 7 mila tonnellate di macigni, tutti provenienti dalla cave di Monrupino.

I lavori

Nel dettaglio, gli operai sono intervenuti sulla scogliera già esistente, allargandola di circa un metro e mezzo, portandone la profondità a sei metri e innalzandone la quota di 60-80 centimetri. In risultato è una barriera frangiflutti nuova, più solida e più resistente di quella precedente, progettata perché in futuro, in caso di alta marea ma anche di forte vento, il moto ondoso venga stemperato tanto in profondità quanto in superficie. Le onde verranno spezzate prima ancora di arrivare sulla costa: così si preverranno altri danni importanti come quelli di un anno fa.

A livello estetico, salta poi all’occhio come i nuovi scogli siano più ordinati, meno erosi, regalando una serie di superfici piane sulle quali tanti bagnanti torneranno finalmente a stendere i teli mare e prendere il sole ai primi caldi della bella stagione.—

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