Scintille Roma-Trieste sulla scuola, ma Ascani tranquillizza le famiglie
TRIESTE. «I banchi ci sono, al contrario di quanto dice qualcuno». Si svolge in un clima di guerra fredda il confronto fra governo e giunta regionale sull’avvio dell’anno scolastico. Il summit avvenuto oggi (venerdì 7 agosto) a Trieste, nella sede della Prefettura, arriva dopo gli attacchi della Regione al governo sul tema scuola e la viceministra all’Istruzione Anna Ascani tranquillizza sull’avvio a settembre, garantendo su reclutamento dei docenti, sicurezza sanitaria e trasporto pubblico locale.
Ma le incertezze rimangono e pure la diffidenza, con la giunta che continua a chiedere chiarezza sui numeri del nuovo personale, soluzioni sulla capienza degli autobus e un impegno a sorvegliare il confine, per evitare che gli arrivi dai Balcani mettano a rischio la frequenza scolastica in caso di un nuovo lockdown.
Entrando in Prefettura, Ascani parte dall’aspetto di maggiore attualità, sottolineando che il ministero dell’Economia ha appena autorizzato ad assumere a tempo indeterminato quasi 85 mila docenti e oltre 11 mila tecnici e amministrativi, ma la viceministra non scioglie il nodo del riparto a favore del Fvg: «Con il dl Agosto i numeri saranno raddoppiati. Appena avremo il nuovo via libera dal Mef, faremo la nostra parte per distribuire le risorse. Non posso fare stime sui numeri, ma daremo alle scuole tutto l’organico necessario», che il Fvg ha quantificato in 1.164 nuovi docenti, almeno 39 unità di personale educativo, 1. 397 collaboratori e 130 assistenti tecnici, invocando «tempi rapidi» per l’assegnazione.
Ascani assicura invece che il decreto Agosto conterrà fondi «per consentire agli enti locali di affittare spazi alternativi», per consentire il distanziamento degli studenti. Il mantra del governo è che «la scuola deve ripartire a settembre. Nessuno deve perdere più neppure un’ora di lezione». Per l’esponente del governo, «si riuscirà a partire».
Ma l’assessore Alessia Rosolen sottolinea che «servono dati certi su tempi e modalità del riparto di docenti e personale Ata», rimarcando poi «la preoccupazione per gli spazi in provincia di Udine, dove le capienze erano già al limite prima del Covid». Il giudizio di Rosolen alla fine dell’incontro resta critico: «In tutti i percorsi di confronto le Regioni sono state escluse, salvo poi dare loro la regia per l’attuazione delle indicazioni senza dare alcuno strumento per rispondere alle esigenze del territorio».
Nel corso dell’incontro Ascani spiega che la credibilità di un Paese passa per la capacità di avviare l’anno scolastico e in un tweet arriva la puntura del vicepresidente Riccardo Riccardi: «Condivido. In Fvg sarà possibile con una sorveglianza sanitaria non in sofferenza a causa dei contagi d’importazione. Su confini e quarantene il governo ci ascolti», scrive il responsabile della Salute, in riferimento alla decisione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di non chiudere i valichi minori e alle difficoltà che si stanno registrando nel sorvegliare i viaggi di ritorno dai Balcani e nel garantire gli spazi per le quarantene dei migranti che arrivano a decine ogni giorno.
L’altro nodo è il trasporto sugli autobus, dopo che il presidente Massimiliano Fedriga ha accusato Roma di non voler far ripartire l’anno scolastico, limitando le capienze al 50% dei posti a sedere e in piedi. Ascani promette «sostegno agli enti locali: vogliamo la sicurezza e troveremo un accordo con le Regioni», ma l’assessore Graziano Pizzimenti insiste: «Abbiamo impostato il tpl sul 100% e, se le cose cambiassero, non garantiremmo il trasporto casa-scuola, perché servirebbe il doppio dei mezzi e degli autisti».
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