Scienza, nella città messicana del diabete le bibite fanno strage

A San Cristóbal de las Casas l'acqua non è bevibile e le bevande gassate hanno conseguenze devastanti sulla salute degli abitanti
Distributori di bibite in un'immagine d'archivio. ANSA / DAVID NICOLO'
Distributori di bibite in un'immagine d'archivio. ANSA / DAVID NICOLO'

TRIESTE Ormai è chiaro: gli zuccheri, specialmente quelli raffinati, fanno male alla salute. In particolare, quelli contenuti nelle bibite. Ha cominciato a lanciare l'allarme su cola, bevande energetiche, tè freddo e succhi di frutta uno studio di Harvard del 2004, condotto su oltre 90mila donne di mezza età seguite per 8 anni: chi aveva bevuto più di una lattina al giorno raddoppiava il rischio di diabete. Ha rinforzato il concetto una ricerca su più di 40mila uomini seguiti per 10 anni nel 2010, mostrando come come una lattina aumenti anche il rischio di infarto. Nel 2016, uno studio del Karolinska Institutet su quasi 3000 svedesi ha confermato i dati sul diabete. In questa ricerca, il rischio era 10 volte superiore per chi aveva bevuto l'equivalente di 5 lattine al giorno.

Le nuove linee guida dell'Oms hanno portato a 25 grammi (6 cucchiaini da te, 4 bustine di zucchero al bar) la quantità di zucchero raccomandata ogni giorno, ovvero oltre 10 grammi in meno del contenuto di una singola lattina di bevanda non alcolica. C'è qualcosa di particolarmente dannoso negli zuccheri delle bibite, che sono prevalentemente costituiti da fruttosio: non è soltanto una questione di calorie, perché il rischio di diabete e malattie cardiovascolari continua a essere aumentato anche in chi fa uso di bibite zuccherate ma mantiene comunque bassa la quantità totale di calorie e rimane magro. C'è un effetto metabolico del fruttosio, che non conosciamo ancora bene, a essere deleterio.

Se non siete ancora convinti sentite la storia di San Cristóbal de las Casas, incantevole città sulle montagne dello Stato del Chiapas, in Messico, portata alla ribalta da un articolo del New York Times della scorsa settimana. Qui scarseggia l'acqua, tanto che questa è disponibile non più di un paio di giorni alla settimana ma è talmente piena di cloro da essere imbevibile. Non manca invece la cola: grazie a uno stabilimento che dà lavoro a più di 400 persone, contribuendo con circa 200 milioni di dollari alle casse del Chiapas, a San Cristóbal procurarsi bottiglie di cola è quasi più economico che comprare acqua da bere dalle autobotti. Risultato: gli abitanti della città bevono più di due litri di questa bevanda al giorno, tanto che l'uso della cola è entrato addirittura a far parte di alcuni riti religiosi, una mescolanza tra cristianesimo e tradizioni Maya. Con una conseguenza devastante: il tasso di mortalità per il diabete nell'intera regione è aumentato del 30% tra il 2013 e il 2016, mietendo quasi 3000 anime ogni anno. —




 

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