Schlecker cambia nome «Nuovi punti vendita»

L’apertura pianificata nel 2013 di cinquanta nuovi punti vendita in tutto il Nord Italia, dei quali una decina sorgerà a Trieste entro i prossimi due anni, con l’assunzione di trenta nuovi dipendenti....
Foto Bruni 17.10.12 Lino Anziutti,responsabile Schlecker
Foto Bruni 17.10.12 Lino Anziutti,responsabile Schlecker

L’apertura pianificata nel 2013 di cinquanta nuovi punti vendita in tutto il Nord Italia, dei quali una decina sorgerà a Trieste entro i prossimi due anni, con l’assunzione di trenta nuovi dipendenti.

Sono queste le strategie imprenditoriali annunciate dal nuovo gruppo Dayli, sorto sulle ceneri del marchio Schlecker, la cui casa madre tedesca ha chiuso i battenti lo scorso giugno dopo essere finita in stato di insolvenza per mancanza di liquidità. Un duro colpo che rischiava di mettere a repentaglio il posto di lavoro delle migliaia di dipendenti sparsi in tutta Europa, dei quali quasi 1.500 sono occupati nei trecento punti vendita in Italia, mentre una trentina lavorano negli otto negozi triestini.

All’inizio dello scorso agosto però un fondo privato austriaco, denominato Tap 09, ha rilevato la parte più consistente del gruppo Schlecker, di cui fanno parte oltre a Italia ed Austria anche i comparti di Polonia, Belgio e Lussemburgo, per un totale di quasi 1.400 punti vendita.

Una svolta che ha portato con sé anche un cambiamento di filosofia, puntualizza l’amministratore delegato per l’Italia del gruppo Lino Anziutti. «Il nuovo marchio Dayli, che sarà lanciato ufficialmente tra meno di un mese, ricorda volutamente nel nome l’avverbio inglese che significa “giornalmente” - spiega Anziutti - . Questo perché la proprietà ha intenzione di arricchire il suo assortimento con prodotti alimentari freschi di uso quotidiano. Ma non solo, si intende rinnovare l’immagine dell’azienda, attraverso politiche commerciali incisive e offerte promozionali aggressive. Credo che investire in questo momento rappresenti un’azione di coraggio e una scommessa in decisa controtendenza con quella che è la situazione globale del mercato».

Anziutti è stato a Trieste nei giorni scorsi proprio per una prima valutazione su quelle che potrebbero essere le nuove sedi dei punti vendita locali che saranno equamente divisi tra il centro storico, anche a ridosso di piazza Unità, e i rioni periferici. Le prime aperture cittadine - così almeno sostiene l’azienda - dovrebbero avvenire entro il primo semestre del 2013.

«Questa città è speciale proprio per la stessa conformazione e dislocazione geografica - continua Anziutti -. Dai punti vendita triestini arrivano grosse soddisfazioni e questo spinge la proprietà a continuare a investire in tale direzione: non solo non ci saranno tagli di sedi e di personale, ma anzi prevediamo un potenziamento della struttura con nuove assunzioni».

Pierpaolo Pitich

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