Schiavone: «Normale che i dati sulle presenze non coincidano»
Gianfranco Schiavone, presidente di Ics (Consorzio italiano di solidarietà) come mai non coincidono i dati sulla presenza degli immigrati a Gorizia resi noti da questura e Caritas?
«Non ci trovo nulla di strano. La discrepanza è la logica conseguenza della provenienza dei dati. Da una parte quelli di chi registra le richieste di asilo politico, dall’altra quelli di chi provvede all’assistenza. Le due fasi non coincidono perfettamente sul piano temporale. Ma il vero problema è un altro a Gorizia».
Quale?
«Si continua a lanciare l’allarme dell’eccessiva presenza di profughi a Gorizia rispetto ad altre località della regione».
È la linea del sindaco Romoli.
«Non solo la sua, altri sindaci lo dichiarano per le loro città. Anche la situazione di Gorizia si inserisce nel quadro internazionale. Nell’ultimo semestre nei Paesi Ue si è registrato un aumento medio del 107 per cento di ingressi di profughi via terra, con la punta massima del 170 per cento registrata in Bulgaria».
Sta smontando dunque la versione secondo cui tanti tra afghani e pachistani giungono a Gorizia perché “invitati” da loro connazionali già presenti in città.
«Ci può essere qualche caso, ma non è certo la regola. Affermare ciò è una stupidaggine. Stante il quadro internazionale sarebbe da chiedersi come mai a Gorizia non ci sono profughi».
I parlamentari Brandolin e Fasiolo ricordano che le commissioni territoriali di Verona e Padova sono in piena operatività. S’era detto che quando questo fosse avvenuto sarebbe stata sgravata di lavoro quella di Gorizia e dunque ci sarebbero stati meno profughi. È vero?
«In parte. Con l’entrata in funzione di Verona e Padova la commissione di Gorizia si occuperà dei richiedenti asilo solo del Friuli Venezia Giulia. Ma l’organismo di Gorizia ha un arretrato di pratiche molto consistente per cui non è pensabile che la situazione attuale si modifichi da un giorno all’altro. Credo che l’effetto dell’accelerazione delle pratiche si verificherà a Gorizia verso la fine dell’anno». (ro.co.)
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