“Schiavi” a èStoria: «Ma non ho pensato ai profughi di Gorizia»
«Ci proiettiamo verso un orizzonte lontano nel tempo e nello spazio. Nella scelta del tema non c'è alcun riferimento alla situazione dei migranti ospitati a Gorizia». Il curatore Adriano Ossola puntualizza e precisa la scelta di dedicare la prossima edizione del festival èStoria - la dodicesima - al tema: “Schiavi”.
Da dove nasce la scelta?
«Come per le precedenti edizioni del festival il nostro obiettivo è proporre temi di respiro quanto meno nazionale e, in questo caso, indiscutibilmente internazionale. L'intento è di implementare il vocabolario classico della storia. Il tema schiavi spazia dalla storia antica a quella contemporanea. Partiamo dal significato originario della schiavitù passando per il Medio Evo periodo in cui la schiavitù si trasforma, in Europa, nel fenomeno della servitù della gleba, e arrivando all'abolizione della schiavitù, processo incompiuto ancora oggi per milioni di persone. Inoltre il tema schiavitù offre molteplici applicazioni e agganci a svariate metafore».
Secondo molti analisti i migranti sono anche una faccia della nuova schiavitù. Sono persone costrette a scappare per non sottostare, appunto, ai nuovi "padroni".
«La prossima edizione del festival non vuole avere un respiro solo contemporaneo. Nella scelta del tema non ho assolutamente pensato né alla situazione di Gorizia né più in generale al fenomeno della migrazione. Riconosco tuttavia che nella tratta dei migranti emergono chiaramente elementi propri della schiavitù o meglio, dello sfruttamento».
L'ufficializzazione del tema conferma ovviamente che il festival si farà. Che rassegna sarà?
«Ci saranno senz'altro novità. Le idee vanno implementate, non si può restare fermi nella stessa formulazione. Certo dipenderà dalle disponibilità finanziarie che avremo a disposizione».
E che oggi ammontano?
«Siamo certi solo del contributo regionale di 135mila euro. Ma ringrazio fin d'ora chi sostiene l'associazione culturale èStoria che organizza il festival».
Da èStoria a Leg, altra sua creatura. Sabato (11.30 alla Leg di corso Verdi 67) giornata da incorniciare per la presentazione del libro "Arte e profezia" di Vittorio Sgarbi edito proprio da Leg.
«Sono molto contento che l'amico Sgarbi pubblichi un libro per la nostra casa editrice. È una tappa del processo di crescita che ci sta dando tante soddisfazioni. Siamo una casa editrice distribuita a livello nazionale e riscontriamo un crescente interesse per le nostre proposte».
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