Schiave addestrate a rubare fin da piccole
Chiesti dal pm Frezza quasi 18 anni per il nomade Giovanni Duric. Anche in carcere inquinava le prove
TRIESTE. Diciassette anni e sette mesi di carcere sono stati chiesti ieri dal pm Federico Frezza per Giovanni Duric, il nomade di 37 anni con passaporto croato accusato di aver ridotto in schiavitù due ragazzine del suo clan. Da quasi due anni è rinchiuso al Coroneo. La Procura gli contesta inoltre di aver partecipato direttamente a una rapina messa a segno a Padova e di essere il mandante di una dozzina di furti tentati o realizzati da giovanissime ladre in altrettante abitazioni. Le ragazzine, anch’esse nomadi e del tutto analfabete, erano completamente assoggettate alla sua volontà e a loro non erano lasciate alternative di vita. Quella ritenuta più esperta e capace come ladra era stata poi venduta per 200 mila euro ad un altro clan di nomadi.
«L’imputato durante la detenzione al Coroneo ha cercato di sviare le indagini, creando prove false con l’aiuto dei parenti con cui si incontrava. Ha cercato di far intimidire una testimone e ha utilizzato i colloqui per vendere una ragazzina del clan. Per questo motivo non merita la concessione delle attenuanti generiche» ha affermato il pm nel corso della documentata e precisa requisitoria.
Le due ragazzine - Giulia e Stella - hanno iniziato a rubare dopo essere state asservite totalmente alla volontà di Giovanni Duric che aveva fatto di loro la sua “longa manus”. Giulia, e Stella, sempre secondo l’accusa, erano indispensabili al clan, in quanto costituivano attraverso la commissione di furti, il principale mezzo di sostentamento della comunità.
«Duric ha continuato il magistrato, non ha alcuna fonte di reddito e vive esclusivamente di fatti illeciti che viene a commettere in Italia, in modo da non attirare troppo l’attenzione. Viene nel nostro Paese all’unico scopo di perpetrare furti e non esiste alcuna ragione per cui bisogna essere indulgenti o tolleranti con simili imputati. Il buonismo sarebbe sprecato e fuori luogo. Duric è un delinquente di professione, privo di valori etici apprezzabili: per commettere reati utilizza minorenni ai cui in questo modo ruba l’adolescenza». La requisitoria ha occupato gran parte dell’udienza di ieri svoltasi davanti ai giudici togati e popolari della Corte d’assise presieduta da Filippo Gulotta. Per conoscere la sentenza bisognerà attendere un paio di settimane in quanto uno dei due difensori di Giovanni Duric, l’avvocato Lucio Calligaris, ieri non ha preso la parola. Dell’arringa dell’altro difensore, l’avvocato Luca Maria Ferrucci riferiamo nell’articolo pubblicato qui sotto.
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