Schiamazzi a Gorizia, la protesta si allarga su Twitter
Lanciare un tweet per esprimere appoggio e vicinanza a chi risiede lungo i corsi Italia e Verdi ed è costretto a convivere con gli schiamazzi notturni e con quella che qualcuno ha definito la “discoteca diffusa”. Oppure: boicottare questi luoghi e questi bar. «Non andiamo a prendere il caffè da loro».
A lanciare queste due provocazioni è una lettrice. Si rifà alla polemica scoppiata in questi giorni sulle pagine de “Il Piccolo” e sulla lettera firmata da Bernardo Bressan riguardante «l’inutile musicaccia sparata da chioschi o bar qualunque lungo i Corsi goriziani. Invito i cittadini goriziani ad esprimere solidarietà a coloro che vivono lungo i Corsi o nelle vicinanze con una breve lettera un messaggio o un tweet sul “nostro” quotidiano. Anch’io non abito fortunatamente, come il signor Bressan, lungo i Corsi, ma si tratta di difendere civilmente e sostenere altre persone che subiscono la maleducazione e l’arroganza di pochi nell’indifferenza delle istituzioni pubbliche. Tutti se ne lavano le mani. Basta siamo stufi di soccombere alla cafonaggine». «Boicottiamo questi luoghi e questi bar - aggiunge -. Non andiamo a prendere il caffè da loro. Poniamoci questo obiettivo per il 2013 per recuperare la dignitosa eleganza del nostro centro rovinata da questi assordanti e inutili rumori».
Nei giorni scorsi, gli esercenti avevano risposto pan per focaccia, dichiarandosi dei “perseguitati”. «Non è vero che la musica viene sparata a volume eccessivo, siamo persone responsabili, i cittadini che ce l'hanno con noi esagerano». Sibilla Makuc del bar Galleria e Alessio Zorzenon, titolare del Class cafè (ex bar Venezia) e consigliere comunale, avevano respinto con fierezza ogni addebito. «Chi viene a vivere in centro-città non può pretendere che regni il silenzio assoluto, soprattutto nel periodo delle festività di fine anno. A quel punto, meglio prendere casa in campagna. Oppure, coloro che si lamentano scendano nel nostro bar: ascoltino un po' di musica, si rilassino e offrirò loro da bere», sottolinea Sibilla Makuc. Che aggiunge: «Sono dieci anni che gestiamo questo bar e non abbiamo mai avuto problemi di sorta. Durante la settimana chiudiamo alle 21, soltanto al sabato e alla domenica prolunghiamo l'orario alle 24. La musica è sempre a livelli accettabili: non capisco l'accanimento di queste persone contro esercenti che, sino a prova contraria, stanno lavorando per portarsi a casa uno stipendio. Non è minimamente vero che tavolini e sedie occupano i tre quarti dell'isola pedonale». E proprio l'isola era stata difesa a spada tratta da Sibilla Makuc. «Questa zona è diventata viva, pulsante: è tutt'altra cosa rispetto a quando qui ci passavano le auto».
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