Scattano i rimborsi Coop: più del 20% entro fine mese
TRIESTE Per intanto in tasca c’è un terzo. A fine mese sarà la metà abbondante. Sotto Natale toccherà i due terzi. E più avanti ancora, nel 2016, raggiungerà il target finale dell’80%. Un target dentro una forbice (che potrebbe pure aprirsi un po’ di più verso l’alto, senza però poter mai arrivare al 100%) tra l’81,38% promesso dall’amministratore e liquidatore straordinario Maurizio Consoli, nel suo piano di concordato approvato a larghissima maggioranza dai creditori, e l’78,33% calcolato dal commissario giudiziale terzo incaricato dal Tribunale, il commercialista di Udine Andrea Bonfini.
Il risveglio dall’anestesia della parentesi estiva - parziale relax dopo un’annata vissuta sulla corda da quello sconquassante ottobre del 2014, quando 17mila libretti di risparmio furono congelati per un totale di 103 milioni - consegna ai soci prestatori delle “furono” Coop operaie l’esatta dimensione delle possibilità di recupero dei loro soldi. Il quanto non è in discussione. L’80% era stato promesso e quello, forse qualcosa di più, arriverà. È il quando - a inizio primavera era ritenuto possibile benché non scontato il raggiungimento dei due terzi già a fine estate - a richiedere più pazienza. Fede fino in fondo.
A dare corpo alle tappe di avvicinamento all’80% è, in queste ore, lo stesso avvocato Consoli. Ore in cui, al di là della ripresa di tutte le attività giudiziarie e amministrative dopo la pausa agostana, si sono definitivamente concluse le procedure di liquidazione del primo 30% dei libretti garantito da Banca Generali in virtù del contratto di fideiussione pattuito a suo tempo dalle Coop in ossequio alle regole sui depositi cooperativi. Il grosso, sul 95%, s’era chiuso in “orario” sulla tabella di marcia contrattuale, a metà luglio. «L’ultima liquidazione è di martedì scorso», precisa l’amministratore giudiziario: «Le ultime escussioni riguardavano posizioni più complesse da inquadrare, specie casi di eredità». Libretti intestati a soci passati a miglior vita, e destinati ai parenti.
Una primissima tranche, peraltro dovuta, o meglio sarebbe dire tutelata dalla legge, è dunque in saccoccia. È adesso che arriva invece l’ora della restituzione vera e propria sulla base del piano di vendita degli immobili e dei rami d’azienda che furono delle Operaie. I punti vendita già ceduti complessivamente (37 su 43, di cui 24 su 25 a Trieste, resta vuoto per gravi carenze impiantistiche il solo super di Altura) e una serie di beni minori per i quali si perfezionerà un passaggio di mano in questi giorni (oggi è in agenda un’asta per uffici e posti auto per un milione in tutto) consentono, assicura Consoli, un piano di rimborsi diluito da qui alla fine dell’anno. Non integralmente “subitaneo” «in quanto non è possibile esaurire la liquidità in corso di procedura, la liquidazione in atto deve tener conto di disponibilità contabili prudenziali».
Tant’è. L’operazione che il professionista investito dal Tribunale per gestire tali passaggi si appresta a fare vale, per sua stessa stima, «almeno 30 milioni». «A prescindere dalla fideiussione di Banca Generali - premette Consoli - a luglio abbiamo già provveduto a pagare i cosiddetti oneri prededucibili, dalle spettanze destinate ai professionisti coinvolti ai crediti di determinati fornitori prioritari, a cominciare dagli obblighi contrattuali dei dipendenti, come Tfr e ferie non godute». «Ora - e qui Consoli arriva al sodo dell’operazione settembrina da 30 milioni - concluderemo il pagamento dei creditori privilegiati, dalle piccole cooperative alle imprese artigiane, e a poco più di due mesi dall’omologa del concordato questo è un dato significativo, e saremo in grado di dare un primo acconto ai creditori chirografari (gran parte dei quali sono proprio i soci prestatori, ndr) pari a non meno del 30%».
Il 30% del 70%, poiché un primo 30% è stato coperto appunto da Banca Generali, equivale a un 20% abbondante del totale. Morale: entro la fine di questo mese i risparmiatori avranno recuperato «oltre il 50%» dei loro libretti. Il tempo di consegnare il piano al dottor Bonfini, il commissario terzo, di farselo vistare da lui e dal Comitato dei creditori nominato dal Tribunale, previa informativa al magistrato delegato alla procedura, il giudice Daniele Venier. «Poi faccio i bonifici», annuncia Consoli. O gli assegni, tanto le coordinate di pagamento sono le stesse già utilizzate per Banca Generali.
E il resto? «Farò un ulteriore riparto quanto prima, sul 15%», precisa il liquidatore: «Confido di farlo entro l’anno, dopo che sarà stata perfezionata la fusione di Cotif e Folium (le due immobiliari delle Operaie, ndr), cosa che ci consentirà a sua volta di implementare le nostre disponibilità». A Natale, insomma, si dovrebbe arrivare sui due terzi, qualcosa meno forse. Per il target promesso dell’80% e più se ne riparla nel 2016. L’esito del riparto finale è legato alla partita della vendita dei tre grandi complessi rimasti per ora in carico: l’iper di Fiume in affitto a Konzum, che vale dieci milioni, i magazzini di via dei Macelli vicino allo stadio e il quartier generale amministrativo di via Caboto che, di milioni, ne valgono quattro più quattro. Una partita tra i 15 e i 20 milioni, dunque. «In realtà - chiude Consoli - sono più partite poiché gli immobili sono vendibili separatamente e anche frazionabili, come nel caso di via Caboto, appetibile perché ha sbocco sul Canale navigabile, dove un acquirente, al di là di una generica manifestazione di interesse, ha presentato un’offerta precisa per una quota». Ma qui la parola d’ordine, pare di capire, è vendere. Non svendere. Ne va delle percentuali promesse. Ecco perché l’impressione è che servirà pazienza.
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