Scatta una foto a uno sbadiglio sul treno e finisce intervistato su “The Guardian”

Il docente triestino Giancarlo Staubmann si diletta da sempre fra macchina e istantanee. «Pensavo fosse uno scherzo» 
Lo scatto che ha incuriosito il The Guardian
Lo scatto che ha incuriosito il The Guardian

TRIESTE Uno scatto catturato per caso finisce sul The Guardian, con tanto di intervista all’autore. Protagonista, un professore triestino, fotografo amatoriale, con la passione per l’obiettivo fin da bambino: lui è Giancarlo Staubmann, docente al liceo Petrarca, che in realtà con la macchina fotografia si diletta con successo da tanto tempo. Negli ultimi anni ha vinto concorsi e ottenuto parecchie menzioni, anche a livello internazionale. Ma questa volta, oltre all’immagine valorizzata, ha conquistato anche un articolo, sia nella versione cartacea sia in quella online del Guardian.

Giancarlo Staubmann
Giancarlo Staubmann


«Nel 2015 ero sul trenino del Bernina – racconta – in vacanza con mio papà. Avrei voluto immortalare la silhouette dei viaggiatori, mentre guardavano fuori dal finestrino. Ma un signore si spostava continuamente e così ho deciso di cambiare prospettiva, e di catturare proprio un suo movimento. Uno sbadiglio». La foto, tempo dopo, finisce su un sito che valorizza professionisti e amatori, ed è lì che la redazione di The Guardian la nota. «Mi è arrivato un messaggio attraverso Instagram – ricorda – da parte di una giornalista. Ho pensato a uno scherzo di qualche amico. Inizialmente non volevo nemmeno aprirlo. Poi ho risposto e sono stato contattato anche per un’intervista sulle mie idee estetiche, sul mio amore per la fotografia, e ovviamente sulla storia di quel singolo scatto. Devo ammettere – confessa – che fino a quando non ho ricevuto la bozza dell’articolo, credevo ancora fosse uno scherzo. Per fortuna poi era tutto vero. Il pezzo è già uscito e sono molto contento, una bella soddisfazione. Tra qualche giorno mi spediranno a casa il giornale, mentre nella versione online l’articolo è già presente».

Staubmann scatta da quando era bambino: «Mi divertivo già con l’analogica da piccolo, e poi sono passato naturalmente al digitale da adulto. Da una quindicina d’anni mi dedico con più attenzione a questo mondo. Da sempre porto con me la macchina, sono quello che scattava sempre le foto nelle gite tra amici o in famiglia, un’abitudine quindi che va avanti da tempo». Il triestino predilige in particolare la street photography, la fotografia di strada, che sceglie soggetti ritratti in modo spontaneo, in luoghi pubblici, nella vita quotidiana. Gli istanti fermati nel corso degli anni sono stati realizzati in tante città diverse, condivisi spesso sui social. «Anche quando esco a Trieste sono sempre pronto per scattare, ma ovunque – sottolinea – evito di fotografare volti tristi o persone in difficoltà. E poi non mi limito alla street photography, amo anche i paesaggi, dipende molto da dove mi trovo e dal contesto generale».

Ma Staubmann ricorda ancora la sua prima foto? «L’ho fatta a sei anni, con la macchina di mia mamma, a Grado, dove vado da sempre con la mia famiglia. Una passione insomma – conclude – che ha radici lontane». —


 

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