Scatta l'operazione bonifiche a Servola

Invitalia pubblica il bando per le indagini idrogeologiche nell’area della Ferriera. Investimento pubblico totale di 41 milioni
La Ferriera di Servola
La Ferriera di Servola

TRIESTE Si sblocca anche la parte pubblica dei finanziamenti per la messa in sicurezza dell'area della Ferriera: un investimento che alla fine raggiungerà i 41 milioni e mezzo di euro che verranno utilizzati in particolare per il barrieramento fisico frontemare dell’area demaniale in concessione e la realizzazione di un impianto di trattamento delle acque di falda.

Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, ha infatti reso noto di aver pubblicato un bando con la procedura per l'affidamento di una “campagna di indagini geognostiche e idrogeologiche finalizzata al progetto di messa in sicurezza della Ferriera di Servola attraverso interventi di marginamento fisico dell'area demaniale in concessione e di trattamento delle acque di falda contaminate”. Si dà così concretamente avvio, come sottolinea una nota della Regione, alla fase attuativa dell'investimento operato dal Governo in base all'Accordo di programma del 21 novembre 2014 per la messa in sicurezza, la riconversione industriale e lo sviluppo economico-produttivo del sito inquinato di Trieste.

 

Ferriera, primo bando per l'avvio delle bonifiche
Foto: Francesco Bruni

 

Com’è noto il sito della Ferriera è infatti inserito nella zona di crisi industriale complessa, insieme a quasi l'intera area ex Ezit. La stessa Invitalia, società pubblica che opera da stazione appaltante, pubblicherà nei prossimi giorni altri tre bandi di gara, finalizzati alla progettazione di dettaglio degli interventi da attuare. I quattro bandi e cioé quello pubblicato relativo all'esecuzione di indagini geognostiche di monitoraggio della falda, e quelli in via di pubblicazione che riguarderanno la direzione dell'esecuzione delle indagini, la redazione del progetto definitivo e esecutivo e le attività di verifica della progettazione, hanno un valore complessivo di spesa superiore ai 2,7 milioni di euro. Il cronoprogramma delle opere, che però potrebbe slittare leggermente in avanti, in origine prevedeva il progetto definitivo già nel marzo 2017 per passare poi alla fase esecutiva, ancora una volta con Invitalia nel ruolo appaltante.

Affidati gli incarichi entro ottobre 2017 e redatto il progetto esecutivo a gennaio 2018, l'agenzia curerà il monitoraggio dell'avanzamento dei lavori, che dovrebbero concludersi nel luglio del 2019. L'ultima fase sarà quella del collaudo, prevista per l'agosto di quell'anno. Sul fronte del risanamento ambientale questi interventi si assommano a quelli privati del Gruppo Arvedi che nel piano complessivo per tutta l’area prevedeva un intervento di ben 172 milioni di euro. Nell’agosto 2015 l'attuazione dell'Accordo di programma è stata affidata al Commissario straordinario per l'area della Ferriera di Servola che è la stessa presidente della Regione, Debora Serracchiani.

«L'opera di risanamento ambientale dell'area interessata dallo stabilimento siderurgico triestino - ha commentato ieri Serracchiani - procede secondo la tabella di marcia prevista. Il nostro obiettivo - ha aggiunto - rimane chiaro e saldo: un'attività industriale che si svolga in un contesto di produzione pulita, per dare garanzie ai cittadini e ai lavoratori in termini di sicurezza, di salute e di compatibilità con l'ambiente». Un quadro in cui, ricorda la presidente, «l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) sta facendo sistematicamente e in modo continuativo tutte le verifiche, i controlli e le ispezioni, come previsto dall' Autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciata all'inizio di quest'anno».

E solo qualche giorno fa l’Arpa ha pubblicato il report aggiornato al 21 novembre che certifica «un trend di complessivo miglioramento della qualità dell’aria con diminuzione delle concentrazioni di Pm10 e di benzopirene e della deposizioni di polveri». Tutto questo mentre in municipio sono stati presentati i report sulle segnalazioni dei cittadini (4.716 tra gennaio 2009 e settembre 2016) e sull’analisi delle urine di una serie di abitanti che l’amministrazione comunale ritiene estremamente preoccupanti anche sulla base di alcune conclusioni tra quelle che sono state tratte da rappresentanti dell’Università e dell’Azienda sanitaria.

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