Scatta l’offensiva anti-pantegane: 1.400 trappole dalle Rive ai parchi

Vicina la fase in cui i ratti giovani escono dalle tane: riposizionamento e controllo delle scatole in corso
Le trappole anti-pantegane (Lasorte)
Le trappole anti-pantegane (Lasorte)

TRIESTE Oltre 1.400 trappole in giro per la città con tanto di appello a non manometterle o rubarle. Il Comune - nonostante l’emergenza coronavirus - si prepara ad affrontare il periodo dell’anno, quello di maggio e giugno, in cui i ratti escono di più dalle loro tane in cerca di cibo, e lo fa sistemando le scatole col veleno nei punti strategici. L’appalto in questione, dalla durata biennale, era stato vinto dalla ditta “Il Girasole” di Porcia lo scorso anno con un’offerta di 30 mila euro Iva esclusa.

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«In questa fase – spiega l’assessore competente Michele Lobianco – vengono effettuati il riposizionamento e il controllo delle mangiatoie che, ricordo, sono create in modo tale da proteggere cani e gatti visto che l’esca non è raggiungibile dall’esterno. La scatola è costruita in modo tale che il topo entri attraverso una rotella, mangi e se ne vada. Al momento sono oltre 1.400 le trappole posizionate in tutta la città tra luoghi pubblici, palazzi di competenza del Comune e giardini». Il topo è un animale estremamente intelligente, per questo motivo le esce devono essere riposizionate in maniera costante. Gli animali comunicano anche tra di loro e nel corso degli anni la strategia anti-pantegane è mutata pure nel tipo di trappole. Oggi una volta mangiata l’esca il roditore non muore subito, ma solitamente dopo alcuni giorni. Questo per impedire che gli altri membri del gruppo capiscano che l’esca è avvelenata.

«In questo periodo – prosegue l’assessore – non ci sono segnalazioni riguardanti la presenza di ratti ma in realtà il momento più critico è quello d’inizio estate anche se lo scorso anno il fenomeno era iniziato prima. Si vede comunque che la campagna massiccia con l’implementazione delle trappole e una strategia sempre nuova hanno prodotto risultati».

La primavera e l’estate sono le stagioni in cui i giovani esemplari escono allo scoperto per cercare cibo ed esplorare il territorio. Lo scorso anno tra aprile e maggio il fenomeno era emerso in maniera importante in città anche a causa delle piogge intense che avevano spinto gli animali in superficie. A gennaio non erano invece mancate le polemiche politiche in seguito alla segnalazione della consigliera comunale di Open Sabrina Morena riferita in particolare alla zona di piazza Goldoni.

Le trappole sono posizionate come detto in diversi punti della città: le Rive, gli uffici e ovviamente i giardini pubblici, come ad esempio il “Muzio de Tommasini”. Sono spesso nascoste proprio per evitare manomissioni o furti. Per quanto riguarda le residenze private o i condomini l’invito è invece quello di rivolgersi agli amministratori stabili che poi contattano l’Azienda sanitaria. Per le segnalazioni nei luoghi pubblici ci si può rivolgere all’Urp del Comune.—


 

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