Scatta l’indagine sui ritardi dell’ambulanza a Gorizia

GORIZIA. «Partirà un’inchiesta immediata. Il caso, oggettivamente deprecabile, rientra fra quelli per i quali si attiva subito un approfondimento da parte della Direzione regionale della Salute. E così avverrà con il massimo scrupolo».Arriva a stretto giro di posta l’intervento dell’assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca a proposito del mancato intervento di un’ambulanza a Doberdò del Lago.
«La verifica - puntualizza l’assessore - verrà effettuata da un gruppo tecnico e farà emergere se sono state rispettate tutte le procedure, inclusa quella che indica che, se i mezzi di una sede sono impegnati, si attivano quelli della sede più vicina: in questo caso Monfalcone. Le indagini si svolgeranno indipendentemente da ciò che sta facendo l’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina, la quale comunque si è già attivata per capire la scansione e le cause degli avvenimenti, e ovviamente se vi sono delle responsabilità da individuare. Sono le procedure previste ma da parte dell’assessorato alla salute vi è la piena consapevolezza che i cittadini abbiano il diritto di sapere se quanto accaduto rientra nella tragica casistica sanitaria o se una diversa gestione dell’evento poteva evitarlo. Il figlio della signora deceduta nella circostanza, cui va il nostro cordoglio, chiede giustamente che sia fatta chiarezza, e la Regione non mancherà di fare la sua parte. A sgombrare subito il campo da ogni polemica e strumentalizzazione va sottolineato che quanto accaduto è del tutto slegato dal nuovo piano dell’emergenza e tanto più dalla riforma sanitaria, in quanto in quella zona il numero delle ambulanze è invariato. E sicuramente l’organizzazione del servizio sarà migliorata quando sarà attivo il 118 unico regionale, con una visione e un utilizzo complessivo dei mezzi sui territori».
Non la pensano così i leghisti Anna Cisint e Fabio Verzegnassi. «Era solo questione di tempo purtroppo: stanno giocando con le nostre vite, con arroganza e presunzione e per risparmiare pochi centesimi. Questa riforma sanitaria assurda, i tagli continui ai fondi, ai servizi ospedalieri e al personale hanno messo in ginocchio, nell’Isontino, un sistema che funzionava. “La mamma forse sarebbe deceduta egualmente ma non c’è la controprova” afferma con saggezza il figlio al quale, con un abbraccio forte, facciamo le condoglianze. Ma se anche così fosse ciò che rimarrà imperdonabile è che proprio nel momento del bisogno l’istituzione che doveva prendere in mano la situazione non c’è stata». In ultimo, la bordata del capogruppo alla Camera e segretario della Lega Nord Massimiliano Fedriga. «Se confermata la versione di Gregori, Serracchiani e i vertici dell’Aas dovrebbero dimettersi».
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