Scatta l’indagine sui 14 militanti di CasaPound dopo il blitz in Consiglio Fvg. Uno di loro è un dipendente regionale

TRIESTE. Entra nel vivo l’indagine sul blitz in Consiglio regionale di ieri mattina a Trieste quando i neofascisti di CasaPound hanno fatto irruzione bloccando i lavori della Commissione che stava analizzando il Programma annuale immigrazione.
Sono 14 i militanti politici entrati nell’emiciclo per criticare le politiche di contrasto all’immigrazione del centrodestra e che sono in fase di identificazione da parte della Digos del capoluogo giuliano che ha subito avviato gli accertamenti. In corso interlocuzioni tra Digos e Procura: ci si aspetta che le denunce siano formalizzate a breve. Da ricordare che il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin ha già sporto denuncia.
Nei confronti dei militanti, codice penale alla mano, è possibile vengano ipotizzati i reati di interruzione di pubblico servizio, invasione di edificio e oltraggio a un corpo politico. Ma ovviamente spetterà alla Procura inquadrare le ipotesi di reato definitive.
Tra i militanti del blitz di CasaPound c'è anche un dipendente regionale (lavoratore somministrato della Direzione salute). A evidenziarlo è il Gruppo consiliare Patto per l'Autonomia il cui capogruppo, Massimo Moretuzzo, che, parlando di un fatto «scandaloso», chiede: «Venga licenziato subito» e parla di «istituzioni infiltrate da soggetti antidemocratici», un fenomeno per il quale «servono risposte chiare».
Si tratta di Francesco Clun, il cui nome figurerebbe tra coloro che sono stati oggetti di denuncia da parte del presidente del Consiglio Fvg, Piero Mauro Zanin.
Clun sarebbe il militante che ha letto il proclama di CasaPound al megafono in Aula. «Vogliamo sapere con quale criterio è stato assunto dalla Direzione Sanità: qualcuno deve assumersi fino in fondo la responsabilità di questa situazione», continua Moretuzzo.
«È vergognoso che un dipendente regionale possa permettersi di commettere atti contro le istituzioni democratiche e continuare a occupare il suo posto di lavoro - afferma il segretario regionale Pd Fvg Cristiano Shaurli -. Gli atti di cui è stata protagonista questa persona sono stati stigmatizzati dall'intero Consiglio regionale, sono stati oggetto di denuncia presentata dal presidente dello stesso Consiglio regionale, vanno contro le leggi e contro il Codice di comportamento dei dipendenti regionali, non possono in alcun modo configurarsi come espressione di un'opinione. Se per aver civilmente criticato l'Amministrazione regionale, a un medico è stato interrotto il rapporto di lavoro con un'Azienda sanitaria della nostra regione, al fascista capo del manipolo di CasaPound crediamo vada comminata una sanzione proporzionata. Persone così non sono degne di lavorare nelle Istituzioni e qualsiasi sia la tipologia di contratto vanno cacciate quanto prima».
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