Scatta l’allarme zecche Colpa dell’inverno mite
TRIESTE. Che lo scorso inverno sia stato polare, è un'allucinazione di massa, frutto delle due settimane di Bora fortissima, con raffiche micidiali. La passata stagione, nel suo complesso, è stata invece decisamente più mite del solito. Caratterizzata, tra l'altro, da un'anomala esplosione primaverile anticipata in marzo. Un bel mix di ingredienti che rende la primavera-estate 2012 l'annata ideale per uno degli esseri viventi più fastidiosi, odiati, temuti di tutti, quello che mai vorresti trovarti - e non solo in senso metaforico - tra i piedi: le zecche. Gli esperti, infatti, non hanno dubbi e avvertono: attenzione, quest'anno si sono rinforzate, sono più numerose e più aggressive del solito. E stanno già presidiando con vivacità il territorio, dalla Carnia al Tarvisiano, dal Carso alla pineta di Barcola.
Zecche in aumento Complici, come si diceva, l'inverno mite e l'anticipazione di primavera in marzo, questi sgradevoli parassiti hanno ingrossato i muscoli. I loro principali alleati, infatti, sono due: poco freddo e molta umidità. In inverno vivacchiano, riposano, rallentano il ritmo e, se aiutate da temperature non troppo rigide, riescono a mettersi in piena forma per la loro stagione preferita: la primavera. Poi, in estate, riescono a offrire ottime performance solo se l'umidità è alta (odiano il caldo secco) e in autunno, di nuovo, riprendono l'attività a pieno ritmo.
Il morso della zecca Detto ciò, blindarsi in casa e vivere nel terrore non è la scelta migliore. Godersi il verde si può, anzi si deve, basta metterci un po' di attenzione. Anche perché, ricordano gli esperti, le cose da tenere a mente sono due. Prima: le zecche non sono feroci predatori, né assetati vampiri, e non amano il sangue umano. Seconda: il morso di una zecca non equivale necessariamente a un’infezione; solo una piccola percentuale di loro, quelle che hanno cioè una saliva infetta, possono farci passare dei guai. Le altre, quelle "sane", anche se simpaticamente incastrate nella nostra pelle per uno o più giorni, non rappresentano un rischio per la salute.
Le zecche infette Partiamo dal primo concetto: questi odiosi parassiti non amano l'uomo, ma sono naturalmente "domiciliati" negli animali selvatici a sangue caldo: cinghiali, topolini di campagna, caprioli, volpi. Per tale motivo risiedono, come loro, in boschi, campagne e prati. Si muovono velocemente sulle loro otto zampette, camminano, cadono da una pianta all'altra e da un albero all'altro, vengono trasportati dagli animali e si godono fresco e opulente mangiate. Se durante il loro cammino si trovano di mezzo il braccio o la gamba di un malcapitato escursionista e ci planano sopra è un puro caso. Solitamente, una volta catapultati sulla pelle umana, vanno in perlustrazione e cercano un comodo pertugio, spesso il più nascosto possibile, e si conficcano nella cute. «Nella stragrande maggioranza dei casi non mordono mai prima di 24-48 ore - spiega Fulvio Zorzut, responsabile della Struttura tutela della salute negli ambienti di vita per l'Azienda sanitaria numero 1 -. Quindi il miglior rimedio anti- zecca è il controllo fai da te della pelle. Alla fine di ogni scampagnata è bene dedicare qualche minuto a un'attenta ispezione della cute. Se si individua una zecca basta rimuoverla immediatamente: quasi certamente non avrà ancora avuto il tempo di mordere. In ogni caso, una volta estratto il parassita, è bene verificare nei giorni successivi che non si formino strani aloni rossastri, che sono quasi sempre spia di un'infezione". Infezione che, si diceva, può avvenire solo in qualche caso, quando cioè l'animale è stato a sua volta infettato nutrendosi del sangue di un animale malato.
Come rimuoverle Il metodo per toglierci di dosso le zecche è uno solo, molto semplice: usare una pinzetta e poi disinfettare abbondantemente la zona interessata. «Oggi esistono delle specifiche pinzette anti-zecca, fatte apposta per rimuoverle dalla cute - spiega ancora Zorzut -. Ma quelle che tutti noi abbiamo in casa, per le sopracciglia, vanno benissimo. L'importante è evitare qualsiasi altro metodo creativo, come spargerci sopra dell'olio, o dell'acetone: sono leggende metropolitane pericolose, controproducenti, perché queste sostanze, una volta a contatto con il parassita, lo uccidono all'istante e lui, di riflesso, rilascia automaticamente la saliva. Con le pinzette, invece, lo si estrae evitando eventuali contagi».
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