Scatta la rivoluzione per le case di riposo
Sanità, atto secondo. Varata la riforma, la Regione punta a risolvere l’annosa questione del regolamento per le case di riposo. Quello che definisce i requisiti minimi ai quali tutte le 190 strutture del Fvg dovranno obbligatoriamente attenersi: numero di posti letto, personale, minutaggio assistenziale, organizzazione degli spazi, strumentazione e alimentazione.
L’assessore alla Salute Maria Sandra Telesca ha preparato un documento, al momento una bozza, da approvare entro gennaio 2015. È una vera e propria rivoluzione per il settore, attesa da anni. Una versione del provvedimento, più volte promesso dalla giunta Tondo con Vladimir Kosic assessore, giaceva in un cassetto. «La mancanza di standard - spiega Telesca - non garantiva qualità e sicurezza in tutte le residenze». Nei pasti, negli ambienti e nella professionalità, oltre che neòla presenza continua degli operatori. «Non ci risultano comunque situazioni di gravità - chiarisce l’assessore - ma casi di criticità assistenziale e strutturale».
Gli obiettivi
«Tutto questo lavoro, oltre che assicurare la qualità nelle case di riposo - premette l’assessore alla Salute - ha come obiettivo prioritario la domiciliarità, da rafforzare con personale e risorse. Si seguono quindi gli indirizzi della riforma della Sanità». Il punto di partenza del nuovo regolamento è la “complessità” della persona anziana e i suoi bisogni, su cui tarare la risposta assistenziale. Lo strumento ideato dalla Regione, con cui i servizi sanitari dovranno prendere in carico la persona, è la «scheda di valutazione multidimensionale» che considera, ad esempio, lo stato fisico, cognitivo, la capacità di orientamento e di deambulazione. «In base a questo e alla presenza di strutture sul territorio di riferimento - puntualizza Telesca - si decidono le soluzioni più ottimali». È un’équipe formata dai responsabili del distretto sanitario, assistente sociale, medico di base e altri professionisti ad accompagnare la famiglia nella scelta.
Standard strutturali
Il regolamento fornisce precise direttive per le case di futura realizzazione e per la riclassificazione di quelle esistenti, chiamate ad adeguarsi. I nuovi requisiti sono diversificati in base al livello di non autosufficienza dell’anziano. I principali riguardano innanzitutto le camere, dalle quali si deve poter accedere al corridoio e agli spazi comuni: 1 o 4 letti al massimo e 1 o 2 per persone con “compromissione elevata della funzionalità”. A ogni 4 letti deve corrispondere un bagno. Ogni 25 persone accolte (il regolamento parla di «nuclei strutturali»), ciascuna casa di riposo dovrà dotarsi di zone collettive adeguate, come il soggiorno, la sala da pranzo e il bagno assistito. Le strutture devono inoltre disporre di sollevatori, materassi antidecubito (il 10%, con la presenza di ospiti ad elevato profilo di bisogno) e letti attrezzati. Sale da pranzo e soggiorni devono essere dotati di impianti di climatizzazione. Anche gli spazi delle camere sono precisi: 24 mq almeno per 4 letti; 16,5 per 3, 12 mq per 2, 7,2 per 1.
Standard assistenziali
L’intervento più sostanziale scatta dal secondo livello di non autosufficienza: dai 75 minuti di assistenza da garantire, si passa a 100. Il personale assistenziale dovrà essere qualificato: Oss e infermieri. «Gli operatori dovranno fare percorsi formativi e non si potrà più assumere chi non ha il titolo – anticipa Telesca Anche su questo si tira una linea dritta». Le strutture, oltre ai servizi di lavanderia e guardaroba, devo attrezzarsi anche di carrelli di emergenza (defibrillatori, farmaci, bombole), di vuotatori e lava-padelle termochimici.
Alimentazione
Entra a pieno titolo l’obbligatorietà delle tabelle dietetiche e nutrizionali, approvate dalle rispettive Aziende sanitarie, cui le singole case di riposo dovranno attenersi. «Non essendoci al momento regole precise sui pasti - rileva l’assessore - possiamo immaginare che in alcune strutture ci sia chi, su questo, non ha molta cura. Naturalmente non è che possiamo assicurare il branzino tutti i giorni, ma è chiaro che pure questo tema andava regolamentato».
Iter e vigilanza
La bozza finora è stata sottoposta agli addetti ai lavori: rappresentanti delle case di riposo e sindacati, soprattutto. La Regione raccoglierà le osservazioni ed entro fine gennaio porterà il testo in giunta per l’approvazione. Il documento sarà quindi inviato in Terza Commissione Sanità e al Consiglio delle autonomie locali, per poi ritornare di nuovo all’esecutivo per il via libera definitivo, programmato entro marzo. La funzione di vigilanza sul rispetto dei requisiti spetta alle rispettive Aziende sanitarie; in caso di inosservanza scattano le sanzioni. Le case di riposo hanno a disposizione tre anni per adeguarsi agli standard edilizi, due per quelli tecnologici e uno per quelli gestionali, personale compreso.
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