Scatta la chiusura di pub, cinema e sale giochi. Vietato ogni assembramento.

L'Italia settentrionale è blindata dal nuovo decreto del governo Conte e, pur non facendo parte delle zone rosse e arancioni, anche il Friuli Venezia Giulia va incontro come il resto d’Italia a un’ulteriore stretta, che mantiene i limiti vigenti nelle scuole e ne introduce di nuovi fino al 3 aprile. Dopo la rocambolesca ufficializzazione della direttiva nel cuore della notte, la Regione si è mossa per chiedere all’esecutivo di chiarire le modalità di applicazione delle misure decise per contenere la diffusione del coronavirus.
Il nuovo decreto conferma le restrizioni precedenti, a cominciare dalla serrata delle scuole. Resteranno chiusi fino al 15 marzo asili nido, scuole materne, elementari, medie e superiori, corsi di formazione, università e master.
Il provvedimento introduce poi una lunga serie di nuove misure valide fino al 3 aprile, come il blocco totale di discoteche e locali, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale bingo e sale scommesse. Sospesi fino a inizio aprile anche i congressi e l’apertura di musei, luoghi di cultura, cinema e teatri. Lo stesso vale per ogni tipo di cerimonia civile e religiosa, compresi i funerali.
E se la vita sociale crolla in nome del contenimento del virus, non sarà meno facile spostarsi fuori regione. Il Fvg confina per ampi tratti con le province di Treviso e Venezia, con evidenti complicazioni, dal momento che i due territori non possono essere valicati se non per comprovate esigenze lavorative o di salute.
LA NOTA DELLA REGIONE CON TUTTE LE RESTRIZIONI
Il giro di vite riguarda pure gli eventi sportivi, congelati a prescindere da categoria e disciplina. L’unica eccezione è per gare e allenamenti a porte chiuse, purché si tratti di atleti agonisti. Alle società viene però chiesto di mettere a disposizione medici per contenere il rischio di infezione tra atleti, tecnici e dirigenti.
L’intervento del governo non manca di elementi contraddittori o troppo generici, tanto che è già stata necessaria l’emanazione di direttiva per chiarire i primi punti incerti. La chiusura dei pub contrasta ad esempio con il mantenimento in attività di bar e ristoranti, i cui gestori sono tuttavia obbligati a far rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro fra un cliente e l’altro. Qualora il limite non fosse fatto valere, l’esercizio verrà sanzionato con la chiusura.
Nei negozi è invece «fortemente raccomandato» che il gestore garantisca ingressi contingentati per evitare assembramenti e ottenere anche in questo caso il rispetto del metro di distanza fra le persone. Limitazioni all’accesso sono già state introdotte dalla precedente ordinanza per quanto riguarda le visite in ospedale e in residenze per anziani.
Nel pomeriggio di ieri il governatore Massimiliano Fedriga ha chiesto di «attivare subito, con urgenza, un tavolo di confronto tra governo, Regioni e Province autonome». Il Fvg si è mosso di concerto con Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Sardegna, Sicilia, Abruzzo, Umbria e Provincie autonome di Trento e Bolzano. La giunta era preoccupata della scarsa chiarezza relativa allo spostamento dei lavoratori, considerata la tradizionale presenza di numerosi pendolari fra Veneto e Destra Tagliamento.
Il confronto è avvenuto in videoconferenza nel pomeriggio, alla presenza dei ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari regionali Francesco Boccia. In una diretta Facebook convocata subito dopo, Fedriga ha sottolineato che «il decreto coinvolge la vita di cittadini e imprese, ma presenta difficoltà interpretative e incongruenze: le Regioni si stanno muovendo in modo collaborativo per risolverle. Chi viene da Treviso può ad esempio venire a lavorare in Fvg ma in teoria non può uscire a passeggio nella sua città. E poi, perché la chiusura dei pub e non delle pizzerie? Ma niente polemiche perché poi ci sarà il tempo per recriminare». In serata un’ordinanza del governo chiarisce che il decreto non si applica alle merci e che le persone provenienti dal Veneto potranno continuare a venire in Fvg per motivi di lavoro.
Per Fedriga, «adesso è fondamentale iniettare risorse per aiutare le imprese in difficoltà»: il governatore ha annunciato per oggi «l’approvazione in giunta delle prime misure e ho chiesto al Consiglio regionale di fare una riunione straordinaria per approvarle. Poi aspetteremo le misure del governo, che speriamo arrivino in settimana, e successivamente la Regione varerà una seconda serie di norme complementari, per evitare lo spreco di risorse pubbliche». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo