Scappa dalla casa di riposo e muore per una caduta
di Claudio Ernè
L’hanno ritenuto morto, tant’è che il certificato che attesta l’avvenuto passaggio a miglior vita era già stato redatto dal medico del 118. Poi l’anziano si è risvegliato, il suo cuore ha ripreso a battere in una stanzetta del pronto soccorso ma prima che i rianimatori dell’ospedale di Cattinara intervenissero, il protagonista di questa storia è morto per davvero. Definitivamente.
Di questa singolare vicenda si stanno ora occupando la Procura della Repubblica e la polizia. I funerali di A.C., 75 anni, già ospite della Casa di Riposo comunale di Muggia di Salita degli Ubaldini, sono stati rinviati a data da destinarsi in attesa degli accertamenti di legge. Il corpo dell’anziano che non ha parenti, per il momento è rinchiuso in un sacco-salma depositato all’interno di una cella frigorifera dell’obitorio di via Costalunga. Dal giorno della sua morte, quella vera, sono passate due settimane. Ecco la storia.
L’anziano il 21 dicembre era uscito dalla casa di riposo come del resto faceva ogni giorno. Non aveva vincoli, e tantomeno era obbligato a restare nella propria stanza. Non vedendolo rientrate, ora ormai buio, la coordinatrice e le assistenti hanno dato l’allarme. La polizia ha compiuto un giro di perlustrazione e verso le 19 l’hanno trovato riverso a terra a brevissima distanza da un muricciolo dell’adiacente via Felluga che con buona probabilità l’anziano aveva cercato maldestramente di superare. Era caduto e aveva sbattuto il capo, perdendo i sensi e rimanendo esanime. Quella sera faceva freddo e gli uomini del “118” aveva cercato di rianimarlo con il defibrillatore. Una, due, tre, scariche ad altissimo voltaggio avrebbero dovuto far riprendere il battito cardiaco. Altri tentativi erano poi andati a vuoto mentre l’ambulanza percorreva la strada che da Muggia porta a Cattinara.
Qui il corpo che tutti ritenevano privo di vita, era stato portato in una stanzetta del pronto soccorso dove due infermieri avrebbero dovuto estrarre gli aghi e i tubi con cui gli uomini del 118 avevano tentato di ventilare i polmoni. All’improvviso uno degli infermieri è sbiancato in volto. Il “polso carotideo” ha dato segni di vita, la macchina si è rimessa in moto. La respirazione, per quanto flebile è ripresa. Sono stati chiamati immediatamente i rianimatori ma verso le 20, il cuore di A. C. , profugo dall’Istria, si è fermato per sempre. Dell’episodio il vertice della Casa di Riposo comunale di Muggia ha informato sia l’assessore Giorgio Kosic, sia il sindaco Nerio Nesladek. Intanto si era fatto avanti il pm Federico Frezza che ha fatto acquisire alla Polizia le cartelle della Casa di riposo, il certificato della prima morte risultata apparente, nonché quello che attesta il passaggio definitivo a miglior vita.
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