Scambio di rifiuti fra Italia e Slovenia

La Provincia ci crede e dice sì alla “gestione congiunta” del ciclo della spazzatura. Il presidente Gherghetta: «Abbiamo modificato il nostro programma»
Il centro di compostaggio di Moraro
Il centro di compostaggio di Moraro

Una collaborazione transfrontaliera sui rifiuti. Creando un “sistema comune” con la Slovenia. Era il 2008 quando scrivemmo di questo possibile scenario per la prima volta. L’occasione per parlarne fu un incontro fra il presidente della Provincia Enrico Gherghetta, l’assessore Mara Cernic e l’allòra sottosegretario sloveno all’Ambiente Mitja Pricelj. L’ente intermedio sondò la possibilità di utilizzare impianti sloveni (la discarica di Stara Gora in primis) per i rifiuti nostrani. Non si escluse nemmeno un “mutuo scambio” di immondizie fra i due Paesi. Ma poi tutto restò sulla carta, rimase a livello progettuale: alla fine, la collaborazione transfrontaliera in tema di raccolta e smaltimento dei rifiuti non si concretizzò.

Oggi, però, si registra un passo avanti importante. Forse decisivo. La giunta Gherghetta ha approvato la “Revisione del programma provinciale di attuazione del piano regionale dei rifiuti urbani”. Letto così, potrebbe sembrare un adempimento tecnico o poco più, ma basta leggere con attenzione il documento per scoprire che la sostanza c’è: si dà, infatti, mandato agli uffici di verificare la possibilità di una «gestione congiunta della pianificazione del ciclo dei rifiuti urbani con i Comuni limitrofi della vicina Repubblica di Slovenia». Insomma, per la prima volta, viene messa nero su bianco l’eventualità di instaurare una collaborazione su questo tema specifico con il Paese confinante. Il passo avanti è sostanziale. Verba volant, scripta manent: questa volta c’è un indirizzo ufficiale. «Da cosa nasce questa delibera? È semplice. Noi, a suo tempo, adottammo il Piano provinciale dei rifiuti: piano che non venne approvato dall’allora giunta regionale Tondo perché, a suo parere, non era aderente alle loro linee-guida. In realtà, noi abbiamo sempre pensato che non ci fossero attriti fra le due pianificazioni. Si è reso così necessario operare una revisione del nostro piano. E allora ci siamo detti: perché non inserire la prospettiva transfrontaliera? Vogliamo valutare - spiega il presidente della Provincia Enrico Gherghetta - la possibilità amministrativa, tecnica ed economica di una gestione dei rifiuti urbani in chiave transfrontaliera ricomprendente un territorio formato dai 25 Comuni della Provincia di Gorizia e i 17 Comuni della regione statistica Goriska». Ma al di là delle belle parole, quali saranno i passi concreti che “muoverà” la Provincia? «La prima cosa da fare è un monitoraggio completo degli impianti: vedere quali strutture sono a disposizione nell’Isontino e quali in Slovenia, nella zona di confine. Ad esempio, “di là” c’è una discarica, quella di Stara Gora, che raccoglie i normali rifiuti di un impianto di questo tipo ma anche l’amianto. Ma il primo scenario di semplice attuazione potrebbe essere questo: l’Isontino sta portando avanti con successo, ormai da parecchi anni, il servizio del porta a porta: noi potremmo esportare quell’esperienza nella Goriska. In cambio, “loro” potrebbero utilizzare l’impianto di compostaggio di Moraro. C’è ancora una dose di indeterminatezza, non lo nascondo, ma si tratta soltanto dei primi passi».

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