Scalo Legnami, dimezzati i traghetti albanesi
Acque subito agitate per i traghetti albanesi. A brevissima distanza di tempo dall’inaugurazione della linea, il servizio è già più che dimezzato. L’attracco dello Scalo Legnami, inaugurato il 13 settembre per la prima volta come terminal ro-pax, cioé con navi in grado di portare sia camion che passeggeri, si è rivelato ben presto estremamente esposto alle raffiche di bora per cui la Capitaneria di porto ha emesso un’ordinanza che, in queste condizioni, vieta l’attracco quando spira vento superiore ai 25 nodi. Più di una volta l’Af Marina, il traghetto che la società armatrice Adriaferries di Ancona ha scelto di utilizzare su questa direttrice, ha già dovuto rinunciare all’accosto allo Scalo Legnami ed è stata costretta a ripiegare sulla banchina del terminal Parisi al Molo Sesto. Qui si sono svolte le operazioni di sbarco, ma i problemi maggiori in questi frangenti riguardano gli imbarchi se i Tir e le merci sono già pronti al terminal originario. Inoltre l’armatore ha chiesto di poter fare una delle due toccate settimanali su Trieste in orario notturno per meglio cadenzare la rotta che tocca anche Ancona prima di giungere a Durazzo, il principale porto albanese. Ma ciò implica nuovi turni di lavoro per Finanza, Dogana, Capitaneria, eccetera. La conseguenza è che il traghetto, inizialmente programmato per arrivare il martedì e il venerdì, giunge a Trieste soltanto di martedì e sempre con la speranza che non tiri bora.
«E quindi - il commento amaro di Walter Preprost, amministratore delegato di General cargo terminal, la società che gestisce lo Scalo Legnami - non siamo più nemmeno di fronte a un vero servizio di linea. L’ormeggio va rinforzato e reso più sicuro per poter essere utilizzato anche nelle giornate con difficili condizioni meteomarine. In questa fase stiamo identificando e quantificando i lavori necessari per poi passare alla ricerca dei finanziamenti. È indispensabile però che si giunga a una chiarificazione il prima possibile perché questo è ciò che chiede anche l’armatore». Soprattutto su un decollo della linea ro-pax con l’Albania la nuova governance di Gct con Alberto Cattaruzza presidente, Walter Preprost amministratore delegato, Enrico Lichino, Paolo Cristin e Paolo Ricchiardi consiglieri conta per portare in attivo i bilanci dopo cinque anni di rosso. La società è partecipata al 42% dal Gruppo Gavio attraverso Terminal frutta Trieste, al 30% da Pacorini metals Italia che è proprietà del gruppo svizzero Glencore, al 18% da Ocean della famiglia Cattaruzza e al 10% da Friulia la finanziaria della Regione. Il 13 settembre alla prima partenza erano presenti sulla banchina dello Scalo Legnami sia Alessandro Pavlidi presidente della comapgnia Adriaferries che Alberto Rossi amministratore delegato di Fratelli Maritime, agente generale per l’Italia di Adriaferries. Nelle settimane scorse Ttp in quanto titolare del servizio passeggeri si è rivolta all'Autorità marittima per chiedere «di porre in essere le necessarie iniziative atte a porre fine a un'attività esercitata da altro soggetto privo di titolo». L'Authority si è rivolta all'Avvocatura dello Stato per chiarire, alla luce della normativa e dell'atto di concessione vigente, la sussistenza di un diritto di esclusiva in capo a Ttp. L'Avvocatura dello Stato - ha reso noto la presidente dell’Authority Marina Monassi - si è espressa nel senso che «il sistema vigente tutela la concorrenza e non legittima monopoli da parte di soggetti ormai privati».
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