Scalata record a quota 6.088: impresa triestina in Bolivia
TRIESTE Lorenzo “Dusty” Cadelli, Igor Stossi, Dario Loredan e Claudio “Mukuku” Sardella. Tutti triestini. Tutti appartenenti al gruppo Cim-Corsa in montagna della Società alpina delle Giulie. Tutti protagonisti della scalata da record effettuata nella Cordillera Real, nelle Ande boliviane, sull’Huayna Potosí, 6.088 metri. A sproposito ridenominato “il più facile dei 6.000 al mondo”. Circa 25 chilometri a Nord della capitale La Paz. Questa la meta finale dell’ambiziosa spedizione finanziata dalla Sag che ha visto ai nastri di partenza sette soci del sodalizio presieduto da Mauro Vigini. Oltre a Cadelli (classe 1964), Stossi (1954), Loredan (1968) e Sardella (1965), sono partiti alla volta della Bolivia anche Walter “El gomer” Sanzin (1954), Flavia Devetta (1965) e Federica Lippi (1975): gli ultimi tre non hanno raggiunto la vetta.
L’ultima spedizione di questo tipo risaliva al 2005, quando un gruppo del Cim-Sag affrontò le montagne del Costa Rica. Dopo 13 anni il capospedizione Lorenzo Cadelli ha lanciato la nuova sfida: salire sull’Huayna Potosí cercando di abbattere il tempo previsto di due giorni (primo campo base a 4.750 metri, secondo campo base Las Rocas a 5.200). Missione compiuta.
La storia narra che la prima ascensione della cima sudamericana fu realizzata nel 1919 dagli alpinisti tedeschi Rudolf Dienst e Adolf Schulze, gli stessi che raggiunsero per primi anche l’ancora più maestoso Ancohuma (6.427 metri). Invece il 3 ottobre 2009, durante la spedizione guidata dagli italiani Giancarlo Sardini e Valerio Bertoglio, il peruviano Cesar Rosales stabilì il nuovo record di velocità per il raggiungimento della cima partendo dal rifugio Paso de Zongo ed effettuando la via normale in 2 ore e 21 minuti. Come detto, l’Huayna Potosí è un 6.000. Viene considerato una delle più agevoli vette di questa portata. In realtà negli anni passati si sono registrati diversi incidenti. Tante anche le persone che hanno dovuto rinunciare alla scalata in corso d’opera per la sempre difficile ambientazione con il clima locale (l’aria rarefatta il problema principale).
Venerdì 8 giugno sette soci triestini del Cim-Sag sono partiti in aereo alla volta di La Paz, la metropoli più alta del mondo, sita a un’altitudine di 3.640 metri sopra il livello del mare. Nonostante le condizioni meteo difficili, causate dalle anomale forti nevicate non previste in questo periodo, martedì 12 il gruppo è salito al campo base del Condoriri. Lorenzo “Dusty”, Dario, Igor, Walter e Claudio hanno raggiunto il giorno dopo la cima del Pico Austria a 5.350 metri.
Successivamente, il 14 giugno, i sette si sono recati a La Paz con l’obbiettivo di salire venerdì 15 al campo alto dell’Huayna Potosí per tentare di conquistarne la cima. Venerdì 15 mattina in sei sono saliti ai 4.700 metri del campo base dell’Huayna Potosí: Flavia Devetta, dopo i problemi fisici al campo del Condoriri, ha preferito rinunciare. Subito il gruppo si è reso conto della molta neve presente, tanto da dover calzare i ramponi già per salire ai 5.170 metri del campo alto. In serata problemi di quota hanno messo in crisi Federica Lippi, costretta anche lei a rinunciare alla cima.
Alle 2 del mattino del 16 giugno sono quindi in cinque a partire verso la vetta. Ma le defezioni non sono terminate. A causa del freddo e del forte vento, a quasi 6.000 metri di quota Walter Sanzin, senza più forze e con le mani semicongelate, è costretto a fermarsi. Alle 6.45, mentre il sole sta sorgendo, Lorenzo Cadelli, Igor Stossi, Dario Loredan e Claudio Sardella raggiungono i 6.088 metri della cima dell’Huayna Potosí nel tempo previsto. Grande euforia dunque per l’obiettivo raggiunto. Ma anche una discreta voglia di tornare a Trieste per raccontare l’avventura: i sette faranno ritorno nel capoluogo regionale sabato.
Molto contento dell’epilogo della “missione” il presidente della Società alpina delle Giulie Mauro Vigini: «L’obiettivo, ambizioso, fa parte di una delle nostre attività di punta qual è la Corsa in montagna. Siamo felici naturalmente di aver sostenuto questa spedizione e siamo molto felici che essa si sia conclusa con il raggiungimento dell’obiettivo prefissato. Era una iniziativa importante, a cui tenevamo molto. Ora attendiamo il rientro dei nostri soci per festeggiare assieme».
Un altro bel traguardo dunque per la Società Alpina delle Giulia – ente nato nel marzo 1883 con il nome di Società degli Alpinisti Triestini – che il 12 dicembre del prossimo anno festeggerà i 100 anni dal congresso straordinario in cui il sodalizio venne ufficialmente aggregato al Club Alpino Italiano. Un secolo di successi e traguardi, l’ultimo dei quali, in ordine cronologico, è la conquista della vetta dell’Huayna Potosí, nelle Ande boliviane. Un 6.000 di tutto rispetto.
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