Scafo killer, il tycoon torna a giudizio

Tribunale di Zara, ok al ricorso del pm: da rifare il processo a Horvatin›i„, già condannato per la morte dei due velisti padovani
La barca a vela dei coniugi padovani travolti dal motoscavo del tycoon croato
La barca a vela dei coniugi padovani travolti dal motoscavo del tycoon croato

ZAGABRIA. A cinque anni di distanza da quel tragico 16 agosto 2011, dinamiche e responsabilità restano da accertare. È stata annullata ieri in Croazia la sentenza di primo grado che aveva disposto la condanna a un anno e otto mesi di carcere - ma con la condizionale di tre anni - per il facoltoso imprenditore Tomislav Horvatincic, di Zagabria, accusato di aver provocato la morte di due turisti padovani, i coniugi Francesco Salpietro e Marinelda Patella, nello scontro avvenuto tra le barche sulle quali erano a bordo i due coniugi da una parte, e Horvatincic dall’altra. L’incidente era avvenuto poco a sud della cittadina di Capocesto (Primosten), nelle acque della Dalmazia centrale.

 

Motoscafo killer, venti mesi con la condizionale per Horvatincic
Tomislav Horvatincic

 

Processo da rifare, dunque. La decisione è stata presa dalla Corte d’appello di Zara, che ha accolto il ricorso del pubblico ministero e ha ordinato al tribunale di Sebenico la ripetizione dell’intero procedimento. Giusto un anno fa, come detto - era il novembre del 2015 - Horvatincic era stato riconosciuto colpevole e condannato a venti mesi di prigione, ma con il beneficio della condizionale della durata di tre anni (sarebbe rimasto cioè in libertà a meno di non commettere nei successivi 36 mesi un reato identico a quello perpetrato nel 2011). Secondo i giudici di primo grado in quel 16 agosto 2011 c’era stata negligenza; lo scontro in mare era stato definito, nella sentenza che ieri è stata annullata, come «conseguenza del comportamento sconsiderato di Horvatin›i„ nella conduzione del suo yacht». Nel ricorso ora accolto il pubblico ministero sostiene invece che non stata accertata tutta la dinamica del reato.

Lo scorso novembre Federico Salpietro, figlio della coppia, aveva bollato la sentenza come ingiusta nella quantificazione. Assieme alla sorella, Salpietro si era costituito parte civile, tutelato dai legali Luigi Pasini, Sebastiano Artale e Franco Zancan con il collega di Zagabria Ognjen Franges. Anche il pm aveva definito troppo leggera la pena, tanto da annunciare subito appello. C’era stato fra l’altro il riconoscimento di un concorso di colpa nella tragedia a carico di Francesco Salpietro, travolto e ucciso con la moglie Marinelda Nelly Patella dal motoscafo Itama guidato dal tycoon. Horvatincic era stato condannato anche a saldare le spese processuali per 167mila kune, circa 20mila euro. Anche i legali di Horvatincic avevano annunciato però subito il ricorso in appello dopo la condanna di primo grado: secondo i difensori per il loro assistito sarebbe dovuta giungere un’assoluzione piena in quanto l’incidente era stato causato da «una serie di sfortunate coincidenze e dalla manovra dei due padovani che, volendo evitare lo scontro, mandarono invece la barca a vela a sbattere contro il motoscafo». Insomma era stata la virata della barca italiana a provocare l'incidente, avevano sostenuto.

Quel giorno Horvatincic procedeva con il suo motoscafo a una velocità di oltre 20 nodi, mentre la barca a vela dei diportisti italiani andava lentamente, a non più di un paio di nodi. Poi la collisione fatale, con il motoscafo che aveva colpito la barca italiana per poi scavalcarla. I due coniugi morirono all’istante, mentre Horvatin›i„ - a bordo assieme a una donna - faceva incagliare il suo natante più in là. La difesa nel processo aveva argomentato che a pochi attimi dall’impatto sarebbe stato colpito da uno svenimento. Per i giudici invece c’era stato un comportamento imprudente. Ora a far luce sull’accaduto dovrà essere celebrato un nuovo processo.

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