Sbarcano a Trieste i vigilanti privati pagati dal Comune con fondi regionali
TRIESTE Dopo Pordenone e Udine, gli steward urbani stanno per sbarcare anche a Trieste, a supporto dell’azione delle forze dell’ordine. È questione di giorni. Si tratta di quegli addetti alla sicurezza o vigilanti che dir si voglia, per cui a dicembre la Regione aveva messo 600 mila euro a disposizione dei Comuni capoluogo all’interno della legge di stabilità.
Già allora l’iniziativa dell’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti, aveva suscitato il plauso del vicesindaco con delega alla Polizia locale Paolo Polidori. Adesso la partenza delle “ronde” private è imminente ma l’amministrazione comunale si riserva di fornire tutti i dettagli nel corso di una conferenza stampa che avverrà presumibilmente già la prossima settimana.
Il personale sarà individuato all’interno di un’associazione temporanea d’imprese già accreditate alla Centrale unica di committenza (Cuc) regionale. Gli steward saranno resi riconoscibili dalle divise da guardie giurate e avranno funzione deterrente verso potenziali episodi di criminalità, monitorando il territorio. Non avranno compiti di pubblica sicurezza, né la facoltà di intervenire in maniera diretta in simili situazioni. Il loro ruolo si limiterà a quello di «segnalare alle forze dell’ordine eventuali situazioni anomale».
Non si sa ancora quanti uomini saranno impiegati nelle attività di controllo, né se saranno armati o meno. Polidori fa infatti sapere che le valutazioni sono in corso: «Stiamo prendendo contatti per predisporre il piano nei minimi particolari - spiega il vicesindaco -. Sicuramente servirà elasticità: le situazioni cambiano nel corso del tempo. Per questa ragione stiamo inoltre valutando se sia il caso o meno di tenere gli steward in servizio h 24. Non è per forza necessario».
Il progetto coinvolgerà l’intero territorio comunale. Nello specifico sono tre le aree “calde” già individuate dall’amministrazione, cui saranno progressivamente aggiunte ulteriori zone da pattugliare laddove necessario. Sicuramente i “vigilantes” saranno impegnati a Opicina, nella zona balneare di Barcola (a partire dalla pineta) e in Borgo Teresiano.
Non andranno invece a sovrapporsi agli altri presidi speciali già operativi in città, come la task interforze presente in zona stazione e i nuclei di Polizia locale stanziati sulle Rive (vedi articolo sotto).
I controlli non rappresentano una misura estiva “eccezionale” ma al contrario rimarranno in vigore in maniera permanente fino al 31 dicembre. Dal primo gennaio dell’anno successivo quindi ripartiranno, previa ricognizione ed eventuale conseguente rimodulazione del servizio.
A tali scopi, a Trieste, saranno impiegati 125 mila euro nel corso del 2019 e 130 mila euro nel 2020, per una spesa totale di 255 mila euro nell’arco del biennio. Come anticipato l’iniziativa è di origine regionale, che ha destinato a ciascuno degli ex capoluoghi di Provincia 50 mila euro fissi, cui si sommano altri 400 mila euro da ripartire tra i quattro in proporzione al numero degli abitanti. A Pordenone la misura era già stata introdotta in maniera autonoma dal Comune nel 2017. Udine ha fatto seguito lo scorso autunno.
«Pordenone usa gli steward in orario serale – aveva spiegato a dicembre Roberti – e Udine le guardie giurate in zona stazione. I vigilantes vengono già impiegati anche a Trieste: Trieste Trasporti li utilizza non armati sugli autobus. Ora vogliamo estendere il sistema, rimanendo nella piena autonomia dei sindaci». —
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