Savino dribbla il derby con Dipiazza

La candidata forzista alle europee: «Non sono le primarie del centrodestra». Marini attacca Ncd e l’ex sindaco: «Traditori»
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. «Le europee non saranno le primarie del centrodestra» per le prossime comunali a Trieste, tanto meno per le regionali. «Di quello che accadrà nel 2016 e nel 2018, me ne faccio un baffo». E, in ogni caso, «non temo Dipiazza». La forzista Sandra Savino non vorrebbe che la sfida per Bruxelles con l’ex sindaco passato a Ncd, si trasformasse in un derby a Trieste «tra Ponziana e San Giacomo», perché lei è la «candidata di tutto il Friuli Venezia Giulia». L’ex assessore fa valere il suo ruolo di coordinatrice regionale e lancia la campagna elettorale dalla sede di Forza Italia a Trieste. Città in cui, per dirla con le parole dell’ex senatore Pdl Ferruccio Saro, dallo scontro con l’ex sindaco la deputata potrebbe uscirne «con le ossa rotte». «Ah sì? – replica lei con una battuta – tanto abbiamo buone ortopedie qui…».

A dar man forte a Savino durante la prima uscita da candidata all’Europarlamento, i consiglieri regionali Bruno Marini e Rodolfo Ziberna, un triestino e un goriziano. E basta. Altri “big”, in sala, non se ne vedono. Il partito è assente. Non ci sono né il capogruppo Riccardo Riccardi (la cui presenza, invece, era annunciata), né Massimo Blasoni, entrambi vicecoordinatori regionali. E nemmeno altri consiglieri come Roberto Novelli ed Elio De Anna (anche lui previsto). Tra il pubblico (scarso) si intravede solo un consigliere circoscrizionale (di San Giacomo, a proposito del derby), Roberto Dubs. La cavalcata a Bruxelles di Savino, a quanto pare, appassiona poco.

Avesse potuto, la coordinatrice si sarebbe ben guardata dal mettersi in gioco per un seggio in Europa. Non ha mai sgomitato, conferma proprio Ziberna, «così come non lo ha fatto per diventare assessore comunale, regionale e parlamentare». La sua adesso «è una candidatura di servizio», insiste il consigliere di Gorizia, «perché lei è la leader del partito in Fvg». Dipiazza o no «sarebbe stata comunque Savino la nostra scelta». È però da Marini che arrivano le stoccate più pungenti. Il triestino se la prende un po’ con l’ex sindaco Dipiazza - ricordando che nel 2006 per la battaglia con Rosato «era venuto Berlusconi a sostenerlo per una giornata intera, ma ora gli volta le spalle e va con Alfano…» -, e un po’ con il partito che l’ha candidato, Ncd, «un partito Giuda».

Savino, dal canto suo, per la campagna elettorale punterà soprattutto sui temi del lavoro e dell’economia: «La mia – spiega – è una candidatura d’identità, certamente non triestino-centrica. E non sarà un parcheggio a Bruxelles, intendo portare in Europa una voce a tutela del Fvg soprattutto sulle crisi industriali come Ideal Standard, Electrolux e Ferriera. E Bruxelles dovrà garantire equità fiscale nelle aree di confine. Anche la benzina sarà una questione da portare in Europa». Così l’immigrazione: «Non possiamo essere solo noi a sobbarcarci il peso. Sono persone che vanno accolte con strumenti adatti - spiega la deputata -. Dobbiamo essere in grado di porre un freno con una condivisione di livello europeo. Le elezioni – è l’invito – dovranno rappresentare un voto utile…ma ora aspettiamo che Berlusconi scenda in campo per la campagna elettorale». Nessuno nasconde che il voto di maggio sarà una sorta di banco di prova per pesare Fi e Ncd dopo la frattura nel centrodestra, come sottolinea Marini. «Ricordiamoci – evidenzia il consigliere – che la vera competizione non avverrà con gli euroscettici, ma sul consegnare l’Europa al centrodestra o al centrosinistra. E ricordiamoci pure che il Pd sta con i socialisti, mentre noi siamo nel Ppe e vogliamo un continente fondato sui valori, prima che sull’economia, e con una politica estera e militare comune». Ziberna suona la carica: «Sandra è la numero uno del partito qui ed è lei che ha abbattuto il debito in Friuli Venezia Giulia. Comunque agli altri candidati auguriamo il miglior risultato possibile». Marini strabuzza gli occhi: «Cosa? Beh, proprio a Dipiazza no eh…».

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