Savina Caylyn, l’equipaggio è tornato in Italia

Sono arrivati in Italia i cinque marittimi - tra cui il triestino Eugenio Bon, primo ufficiale di coperta - della Savina Caylyn la petroliera sequestrata dai pirati somali l'8 febbraio 2011, vicino l'isola yemenita di Socotra, e liberata dopo lunghe trattative il 21 dicembre scorso. Il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera:"L'incubo è finito"

Abbracci e lacrime di gioia. Tanta commozione ma anche enorme felicità per la fine di un incubo, a sciogliere la lunga attesa e la tensione degli 11 mesi di prigionia. All'aeroporto di Fiumicino i cinque marittimi italiani della Savina Caylyn, il comandante della nave, Giuseppe Lubrano Lavadera, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, entrambi di Procida, Gian Maria Cesaro, allievo di coperta, Antonio Verrecchia, direttore di macchina, ed Eugenio Bon, primo ufficiale di coperta, hanno trovato nella sala transiti, al terminal 3, la calorosa accoglienza dei familiari più stretti giunti ad accoglierli.

"Bentornati lupi di mare", una delle frasi che i familiari gli hanno gridato gettandogli le braccia al collo. Le scene di commozione, svoltesi in un angolo riservato della sala, hanno comunque richiamato al curiosità e l'attenzione di tanti viaggiatori in transito. Per i cinque, la barba lunga, il cappellino della nave grecale in testa, visibilmente provati ma anche assai felici ora, sono stati poi scortati dalla polizia all'esterno dell'aerostazione.

"E' finito un incubo: ancora una volta hanno vinto l'amore sull'odio, la vita sulla morte. E' stato terribile, ci sono stati vari momenti bruttissimi ma ne siamo usciti fuori: ringrazio di cuore tutti gli italiani che ci hanno aiutato. Un grande ringraziamento al Governo, al ministero degli Esteri, alla nave Grecale, a tutti". Sono le parole, commosse, del comandante della nave Savina Caylyn, Giuseppe Lubrano Lavadera, appena sbarcato all'aeroporto di Fiumicino.

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